giovedì 12 giugno 2025

PAESTUM, CARTE A POSTO ED IMBROGLI IN QUANTITA', LA TRATTATIVA DI MARIO NAPOLI CON L'USCIERE DEL MINISTERO.

di _© Oreste Mottola




Gli abusivi di Paestum riempirono di lettere minatorie il grande archeologo e Soprintendente Mario Napoli. 

Una in particolare entrava nei dettagli: "Il tempio di Nettuno salterà in aria quano oserete demolire la prima villetta di Paestum". 

Erano i tempi che un film, "Gli Esecutori", faceva vedere i templi pestani che saltavano in aria con le auto bomba.

 La legge che ha imposto il blocco delle costruzoni per un chilometro intorno all'area archeologica di Paestum è del 1957, la "Zanotti Bianco", ma per molti anni qui non non fu presa sul serio e regolamenti di attuazione - le Regioni che avrebbero dovuto essere istituite- e comitati vari fu legalmente disattesa. Intorno al 1970 si cominciò a capire che così non si poteva continuare ad andare avanti. 

Un piccolo e coraggioso sindaco di Capaccio, Luigi Gorga, cominciò a rilasciare interviste dove chiedeva l'ausilio dell'Esercito contro gli abusivi. Alcuni articoli fecero paura ed alcuni costruttori si cominciarono ad impaurire ed eccoli a reagire, a modo loro, certo, ma cominciarono a dimostrare inquietudine. Si sentivano "toccati" ed eccoli ad inondare di messaggi quello che da subito individuarono come il loro principale avversario, lo scopritore della tomba del "Tuffatore", l'archeologo Mario Napoli, bello come un attore hollywoodiano, straordinario comunicatore. 


Di fronte alla minaccia diretta al Nettuno, il professore Napoli contattò il Ministero a Roma e chiese udienza al Ministro in carica. Nell'estate italiana del Settanta di aperto non c'era nulla. Perfino i governi, qualcuno se ne ricorderà erano "balneari", guidati da un ras democristiano di media caratura. Mario Napoli, scopritore anche della Porta Rosa  a Velia, non era il tipo da arrendersi, e tanto tempestò di telegrammi il Ministero a Roma, che furono costretti a convocarlo in fretta e furia. A Roma, però a riceverlo, delegarono un semplice usciere. 

"Professore lei è a posto perchè è andato a denunciare alle competenti autorità. Se ne torni a casa, dove peraltro è già in vacanza, e si scelga la spiaggia migliore e ci resti fino all'autunno...".

 Proverbiale, e ricordata fino ad oggi, è la sua risposta:

 "Le carte, e forse anche io, sarò a posto, ma io sono davvero preoccupato per il tempio di Nettuno".

Il prof. scacciò il pensiero per via dell'offesa che gli avevano perpetrato facendolo ricevere da un semplice usciere. Poi, ricorrendo alla sua straordinaria cultura classica pensò che quell'uomo, apparentemente semplice, esprimeva duemila anni di quella cultura di governo che aveva digerito le invasioni barbariche, il Fascismo, papi ed imperatori. 

Si! Bastava davvero che le carte fossero apparentemente a posto, e che un altro mezzo secolo di armistizio tra costruttori e Stato, avrebbe garantito altri estati tranquille. E così è stato. 


Oreste Mottola, giornalista, scrittore 

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