Il Mago crea una "rete di fili di affetto" con cui manipola la realtà. |
In particolare pone un parallelo tra la magia naturale di Giordano Bruno e l'esoterismo del Buddhismo Tantrico, rivelando diversi aspetti comuni e contiguità.
È “l’Amor che move il sole e le altre stelle”, canta Dante Alighieri. “C’è un’unica Forza, l’Amore, che lega e dà vita a infiniti mondi”, gli fa eco Giordano Bruno. Ed infatti i due autori del testo, che riporto, mettono in luce solo l'apetto manipolativo di una Forza Universale che regge l'esistente come le dinamiche interiori umane. L'Amore di cui parla Bruno è quello erotico (o Eros) che parte dal concetto platonico, per assumere una sua connotazione particolare.
Manca però un aspetto fondamentale che Victor e Victoria Trimondi non trattano, ma appena accennano, quello delle "Eggregore"(dal greco ἐγρήγοροι, "vigilatori", traslitterato anche in "grigori") , che le si intenda come entità superiori, come nello gnosticismo, o come "forme pensiero". Sono questi, infatti, i "potenti esseri invisibili, demoni ed eroi" di cui si serve "il manipolatore"e di cui parla Giordano Bruno (1). Ma questa è un'altra storia.
Giordano Bruno (statua di Campo dei Fiori) |
Quando fu condannato per eresia dall'Inquisizione nel 1600 e bruciato sul rogo in Campo dei Fiori a Roma, l'intellighentia europea lo proclamò il più grande "martire della scienza moderna". Questa etichetta gli è rimasta appiccicata fino al giorno d'oggi. Ma quest'idea non è pienamente giustificata: Giordano Bruno era molto più interessato alle idee esoteriche dell'antichità e all'occultismo del suo tempo che alla moderna ricerca scientifica. Quasi tutte le sue opere riguardano temi magici, mistici e di mitologia.
Questo eccentrico e dinamico filosofo del Rinascimento, come i Tantrici indiani, era convinto che l'intero universo fosse tenuto insieme dall'amore erotico. L'amore in tutte le sue varianti dominerebbe il mondo dalla natura fisica ai cieli metafisici, dalla sessualità all'amore dei mistici; esso "porta sia alla [sessualità] animale sia all'intelletto e si chiama divino [misticismo]" (citato da Samsonow, 1995, p. 174). [Elisabeth von Samsonow (Hg.), Giordano Bruno, Diederichs, S.16f, München 1995]
Bruno estese il termine Eros fino ad abbracciare in definitiva tutte le emozioni umane e lo descrisse in termini generali come la forza primordiale che lega, o meglio - come dice lui - "incatena" tramite l'affetto. "Il legame più potente di tutti è... l'amore". (citato da Samsonow, 1995, p. 224).
L'amante è incatenato al proprio amato. |
L'amante è incatenato al proprio amato. Ma non c'è bisogno che si applichi
anche il contrario. L'amato stesso non deve necessariamente amare. Questa
definizione di amore come "catena" rese possibile a Bruno di
vedere anche l'odio come modo d'espressione dell'amore erotico, poiché chi
odia è "incatenato" all'odiato, proprio come l'amante all'amato.
(Per illustrare meglio i paralleli tra la filosofia di Bruno ed il
Tantrismo, di seguito parleremo dell'amante come femminile piuttosto che
come maschile; ma Bruno usava il termine in modo generico, sia per i maschi che per le femmine).
Secondo Bruno, "la capacità d'incatenare" è anche la caratteristica principale della magia; un mago si comporta come un illusionista, quando lega la sua vittima (sia un umano che uno spirito) a sé con l'amore. "Abbiamo parlato della magia naturale, abbiamo descritto fino a che punto tutte le catene si relazionano alla catena dell'amore o sorgono in essa" (citato da Samsonow, 1995, p. 213). Più di tutto, l'amore lega le persone, e ciò gli dà qualcosa di demonico, specialmente se sfruttato da un partner a svantaggio dell'altro. "Per quanto riguarda tutti coloro che si dedicano alla filosofia o alla magia, è del tutto evidente che il massimo legame appartiene all'amore erotico; ecco perché i platonici chiamarono l'amore il Grande Demone, Daemon Magnus" (citato da Couliano, 1987, p. 91).
Ora, come funziona questa magia erotica?
Secondo Bruno un coinvolgimento
erotico/magico fa sorgere tra gli amanti una "rete" di affetti,
sentimenti e stati d'animo. Questa rete è intrecciata da sottili "fili
di affetto", ed in questo è quanto mai vincolante. (Ricordiamo che il
termine sanscrito "tantra" significa tessuto o rete). La rete (la
rete erotica) si può esprimere in una relazione sessuale (mediante la
dipendenza sessuale) ma nella maggioranza dei casi il potere di legare è
rafforzato dal fatto che è di natura psicologica. Ogni forma d'amore
incatena alla sua maniera. "Quest'amore "dice Bruno, "è
unico, è una catena che rende tutto uno" (citato da Samsonow, 1995, p.
180).
Si può controllare chi si lega a se stessi, in quanto "mediante tale catena, l'amante viene rapito, così da voler essere trasferito all'amato" scrive Bruno (citato da Samsonow, 1995, p. 181). Di conseguenza, il vero mago è l'amato, che ruba l'energia erotica dell'amante per accumulare il proprio potere. Egli trasforma l'amore in potere, è un manipolatore dell'amore erotico. [nota: G. Bruno cerca di descrivere questo processo di trasformazione nel suo testo "De vinculis in genere" (1591).]
Si può controllare chi si lega a se stessi, in quanto "mediante tale catena, l'amante viene rapito, così da voler essere trasferito all'amato" scrive Bruno (citato da Samsonow, 1995, p. 181). Di conseguenza, il vero mago è l'amato, che ruba l'energia erotica dell'amante per accumulare il proprio potere. Egli trasforma l'amore in potere, è un manipolatore dell'amore erotico. [nota: G. Bruno cerca di descrivere questo processo di trasformazione nel suo testo "De vinculis in genere" (1591).]
Vedremo presto come, anche se il manipolatore di Bruno non è letteralmente un tantrico, la seconda parte della definizione con cui abbiamo iniziato questo studio pare ancora calzare:
Bruno si riferisce al manipolatore come a un
"cacciatore di anime". Quest'ultimo può raggiungere il cuore
dell'amante tramite i sensi: la vista, l'udito, lo spirito, l'immaginazione
[di lei], incatenandola così a lui. Lui la può guardare, sorriderle,
tenerle la mano, riempirla di complimenti adulatori, dormire con lei, o
influenzarla tramite il suo potere d'immaginazione. "Nell'incatenare," dice Bruno,"ci sono 4 movimenti. Il primo è la penetrazione o
inserimento; il secondo è l'attacco della catena, il terzo è l'attrazione,
il quarto la connessione, noto anche come godimento [ ... ] Quindi l'amante, vuole penetrare
completamente l'amato con la lingua, la bocca, gli occhi, ecc."
(citato da Samsonow, 1995, pp. 171).
Cioé, l'amante non solo permette di essere incatenata, ma deve anche sperimentare il massimo desiderio per questo legame. Questa bramosia deve crescere al punto che lei vuole offrire se stessa ed il suo essere al manipolatore amato e vorrebbe "scomparire in lui". Questo dà al manipolatore potere assoluto sull'incatenata.
Il manipolatore evoca tutte le modalità d'illusione nella consapevolezza della sua vittima d'amore e ne stuzzica le emozioni e desideri. Apre il cuore dell'amante e può prendere possesso della persona così "ferita". Domina le emozioni estranee e "possiede mezzi per forgiare le catene che vuole: speranza, compassione, paura, amore, odio, indignazione, rabbia, gioia, pazienza, sdegno per la vita e per la morte", scrive Ioan P. Culiano nel suo libro "Eros e magia nel Rinascimento" (Eros and magic in the Renaissance, Couliano, 1987, p. 94).
Ma l'incantesimo magico messo in atto non può mai avvenire senza la manifesta volontà della persona incantata. In contrasto, il manipolatore deve sempre risvegliare nella vittima la suggestione che tutto sta accadendo per il suo esclusivo interesse. Egli crea la totale illusione che l'amante sia il prescelto, che sia una persona indipendente che segue la propria volontà.
Bruno cita anche un metodo indiretto di acquisire influenza, in cui l'amante ignora del tutto di essere manipolata. In tal caso, il manipolatore fa uso di "potenti esseri invisibili, demoni ed eroi", che egli congiura con incantesimi magici (mantra) per raggiungere lo scopo prefisso con il loro aiuto (Couliano, 1987, p. 88).
Il manipolatore stesso può non sottostare ad alcuna inclinazione magica. Come yogi tantrico, egli deve tenere completamente sotto controllo, dall'inizio alla fine, i propri sentimenti. Per tale ragione, un ben sviluppato egocentrismo è una necessaria caratteristica per il bravo manipolatore. Gli è permesso un solo amore: il narcisismo (philautia); secondo Bruno solo una ristretta elite possiede la capacità richiesta, poiché la maggior parte della gente si arrende a emozioni incontrollate. Il manipolatore deve tenere completamente a freno la sua fantasia: "Attenzione,"lo ammonisce Bruno, "a non trasformarti tu stesso da manipolatore a strumento dei fantasmi" (citato da Couliano, 1987, p. 92). Un vero mago europeo deve, come i suoi colleghi orientali (i Siddha), riuscire "ad arrangiare, correggere e fornire fantasie, per creare i diversi tipi a seconda della sua volontà" (Couliano, 1987, p. 92).
Egli non deve sviluppare alcun sentimento reciproco per l'amante, ma deve far finta di averne, poiché, come dice Bruno, "le catene dell'amore, amicizia, buona volontà, favore, bramosia, carità, compassione, desiderio, passione, avarizia ecc. scompaiono del tutto se non sono supportate dalla reciprocità. Da qui viene il detto 'l'amore, senza amore, muore' " (citato da Samsonow, 1995, p. 181). L'intento di tale affermazione è completamente cinica, in quanto il manipolatore non ha alcun interesse nel rendere reciproco l'amore erotico dell'amante, ma piuttosto simula una tale reciprocità.
Ma perché l'inganno funzioni, il manipolatore non deve restare completamente freddo. Deve conoscere, con la propria esperienza, i sentimenti ch'egli evoca nell'amante, e mai arrendersi egli stesso ad essi: "Egli deve anche saper infiammare, con i suoi meccanismi fantasmici, delle formidabili passioni, a condizione che egli sia distaccato da tali passioni. Perché non c'è modo di stregare altri che sperimentando in se stessi le cose che si desidera produrre nella vittima" (Couliano, 1987, p. 102). L'evocazione delle passioni senza caderne preda è, sappiamo, più o meno il leitmotiv del tantrismo.
L'aspetto più strabiliante della tesi di
Giordano Bruno sulla manipolazione, comunque, consiste nel fatto che, come
nel Vajrayana, egli nomina la ritenzione del seme come potente strumento di
controllo che il mago deve padroneggiare, poiché "mediante
l'espulsione del seme le catene [dell'amore] vengono allentate; mediante la
ritenzione, invece, rafforzate" (citato da Samsonow, 1995, p. 175). In
un passaggio successivo possiamo leggere: "Se questo [il seme virile]
viene espulso da una parte appropriata, la forza delle catene è ridotta in
modo corrispondente" (citato da Samsonow, 1995, p. 175). Oppure il
contrario: una persona che trattiene il seme rafforza in questo modo il
legame erotico dell'amante.
L'idea di Bruno che ci sia una corrispondenza tra l'amore erotico ed il potere è dunque in accordo con il dogma tantrico anche sulla questione della gnosi dello sperma. La sua teoria sulla manipolazione dell'amore offre un approfondimento psicologico di valore nell'animo dell'amante e del manipolatore amato.
Ci aiuta anche a capire perché le donne stesse si arrendono agli yogi buddhisti e cosa viene messo in gioco nel loro mondo emotivo, durante i rituali. Come abbiamo già indicato, quest'argomento è stato completamente soppresso, nelle discussioni sul tantra. Ma Bruno ci si rivolge apertamente e in modo cinico; ciò che viene manipolato è il cuore dell'amante. Per il manipolatore (o per lo yogi) l'effetto è dunque più grande, quanto più la sua "karma mudra" [la sua yogini] si arrende a lui.
L'amore manipolato come un potente strumento di controllo per la seduzione delle masse |
L'opera di Bruno "De vinculis in genere" [Sui vincoli in
generale] (1591) può essere paragonato, in termini di cinismo e approccio
diretto, solo con "Il principe" di Machiavelli (1513). Couliano
giustamente indica che come il Machiavelli esamina la manipolazione
politica, così Bruno esamina quella psicologica. Dunque non è tanto di
amore nella coppia, di cui si parla, quanto dell' amore erotico nelle masse.
Culiano afferma che questa è l'intenzione di Bruno: che le masse servono al
manipolatore come "catena". L'ex-monaco di Nola riconosce
"l'amore" manipolato come un potente strumento di controllo per
la seduzione delle masse. Quindi la sua teoria contribuisce molto alla
comprensione dell'attrazione seduttiva che gli uomini di potere esercitano sulla gente che li ama. Questo rende attuale l'opera di Bruno,
nonostante il suo contenuto cinico.
Le osservazioni di Bruno su "l'amore erotico come catena" sono essenzialmente tantriche. Come nel Vajrayana, riguardano la manipolazione erotica allo scopo di produrre potere spirituale e mondano. Bruno riconosce che l'amore in senso lato è "l'elisir della vita"; questo rende possibile la creazione e il mantenimento delle istituzioni di potere guidate da una persona (come per esempio, un "amato" dittatore). Per quanto possa esser forte l'amore, se resta a senso unico, esso è manipolabile nella persona dell'"amante". Certamente, più forte diventa, più facilmente può essere usato o "usato male" per scopi di potere (da parte dell'"amato").
Il fatto che il Tantrismo si concentri di più sulla sessualità che sulle forme più sottili di amore erotico non cambia niente su questo principio di "sfruttamento erotico". La manipolazione di forme più sottili d'amore, come lo sguardo (Carya Tantra), il sorriso (Kriya Tantra), il tocco (Yoga Tantra) sono note anche nel Varjayana. Così, anche nel Buddhismo Tantrico, come in ogni istituzione religiosa, "l'amore spirituale" dei suoi credenti è un'energia vitale senza la quale (l'istituzione) non potrebbe esistere.
Nel libro che abbiamo citato [I. P. Couliano, "Eros e magia nel Rinascimento" (tit. orig. Eros et magie à la Renaissance. Paris, Flammarion, 1984) Milano, Il Saggiatore, 1991., n.d.t.], Couliano esprime l'opinione che tramite i mass-media l'Occidente sia già stato intrappolato in tale "rete erotica" manipolabile.
Alla fine della sua analisi del trattato di Bruno sul potere, Couliano conclude: "E poiché le relazioni tra gli individui sono controllate da criteri 'erotici', nel senso più lato dell'aggettivo, a tutti i livelli la società in se stessa non è altro che magia applicata. Tutti gli esseri inconsapevolmente a causa della maniera in cui il mondo è costruito, si ritrovano in un luogo intermedio 'inter-soggettivo' e prendono parte a un processo magico. Il manipolatore è l'unico che, avendo compreso il meccanismo nel suo insieme, è dapprima un osservatore delle relazioni inter-soggettive, e al tempo stesso acquisisce quella conoscenza di cui s'approfitterà in seguito" (Couliano, 1987, p. 103).
(tratto dal capitolo 11 del libro "L'ombra del Dalai Lama" di Victor e Victoria Trimondi)
Note:
(1) "L'educazione della memoria magica, che riflettere il mondo, diventa in Bruno una tecnica per acquistare una personalità da mago, da mago convinto di poter manipolare lui stesso un individuo oppure una collettività, un mago capace di invocare la presenza di esseri invisibili ricorrendo soltanto agli strumenti dell'immaginazione e alla conoscenza dei legami (vincula) giusti. Per poter eseguire il suo sogno di diventare il Padrone dell'Universo, capace di disporre su natura e società, il mago deve stabilire un contatto con il sacro, riattivando le forze e le capacità psichiche ed immaginative eclissate dal razionalismo del logos." tratto da
Immaginazione e Magia in Giordano Bruno di Aurora Martin.
Nessun commento:
Posta un commento