Lo dico per tutte le polemiche che hanno accompagnato questa edizione.
Malgrado tutto parrebbe che non sia andata affatto male. Anzi i dati descrivono risultati di tutto riguardo. Dice, infatti, Antonio Iannone, reggente pro-tempore della Provincia di Salerno: " I numeri, del resto, confermano il successo che ha ottenuto questa edizione della Borsa Archeologica. I visitatori sono stati 10.900, in forte aumento rispetto allo scorso anno, mentre gli espositori sono stati 150, provenienti da 20 Paesi esteri, tra cui, per la prima volta, dalla Cina e dal Bahrein. I buyer partecipanti sono stati 40, di cui 30 selezionati dall’Enit e provenienti da Francia, Gran Bretagna, Germania, Belgio, Svizzera e Olanda, mentre gli altri 10, selezionati dall’ Alitalia tramite Intertrade, sono provenienti da Israele. Infine, sono state 40 le scuole che hanno partecipato all’evento, con oltre 2.000 studenti accreditati." (1) (2)
Numeri per nulla in contro-tendenza rispetto a quelli delle passate edizioni. (3) (4)
Questi però sono i numeri dell'aspetto "folkloristico" della Borsa, quelli che davvero decreteranno il successo o meno della manifestazione sono quelli relativi al volume degli "affari" conclusi tra buyer e seller, che sono la ragion d'essere stessa della manifestazione.
Purtroppo questa edizione ha visto uno strascico di polemiche nella nostra cittadina, a cominciare dalla nuova localizzazione dell'evento. Ci si è cioè concentrati, da parte di molti, sugli "affari" non interni alla Borsa, ma su quelli che avvengono momentaneamente "intorno" ad essa. Se in passato luogo dello svolgimento della prestigiosa manifestazione era stata la contrada Laura con la sua struttura ricettiva per antonomasia ed il retroterra di attività ad essa vicina, movimentandone l' economia, oggi, a beneficiarne sono quelle dell'Area Archeologica. Cosa che ha suscitato qualche clamore da parte di chi da tempo vede quest'amministrazione comunale come paestumcentrica, senza pensare che da tale punto di vista, la borsa era un "affare" per pochi in passato e lo è anche ora.
La ragione di tale cambio pare sia stata quella di economizzare sulle spese, come di portare l'evento, a detta di alcuni, nel suo contesto naturale, che è quello della Zona Archeologica. Location prestigiosa e naturalmente scenografica, di cui pare abbiano beneficiato, oltre alle attività economiche qui presenti, anche il Museo e gli stessi Scavi, con un aumento delle visite ed una loro "riscoperta" anche da parte dei locali.(5)
Concretamente di location alternative a questa scelta ve ne erano ben poche. Forse quella dove si tiene il mercato settimanale del giovedì allo Scalo di Capaccio o quella, sempre a Paestum, dove si svolge il Festival delle Mongolfiere. Ma in questo caso logisticamente molto meno appetibile. A me pare, che queste "alternative" siano state proposte più pretestuosamente che con convinzione. Infatti, in tanti, poi, a quattr'occhi, hanno riconosciuto la location scelta come l'unica possibile.
In realtà la polemica è nata, come accennavo, dal fatto che, a detta di alcuni, la localizzazione della Borsa pare abbia favorito "pochi" secondo un'ottica "paestumcentrica" dell'amministrazione comunale.
Paestum Train Station, foto di Fred Telegdy (USA) |
Personalmente ritengo inevitabile che nel momento in cui si effettuano delle scelte vi sia chi ne beneficia direttamente o indirettamente.
Ieri erano taluni, oggi altri!
Il problema è invece se tali scelte siano funzionali anche ad una crescita "collettiva" della nostra comunità e di tutto il suo territorio.
Ed è qui che casca l'asino!
Infatti tutti si sono fatti interpreti del "cui prodest?", limitandosi all'aspetto "marginale" dell'evento Borsa del Turismo, cioè quello della movimentazione economica del momento, che, come tale, inevitabilmente non può che beneficiare pochi. Nessuno si è posto, a mio parere, invece, la domanda giusta: come rendere questa importantissima manifestazione volano di sviluppo per il nostro martoriato territorio e la nostra sempre più asfittica economia.
Parrà strano, addirittura grottesco ma Capaccio- Paestum come paese ospitante e coorganizzatore della Borsa Mediterranea del Turismo non vede i suoi imprenditori turistici parteciparvi come seller. Cioè l'imprenditoria locale non ha sviluppato alcuna proposta, alcun "pacchetto del prodotto Paestum", da presentare alla Borsa!!!
Al solito l'imprenditoria locale va al traino di un "evento", beneficiando passivamente del ritorno d'immagine, ma senza porsi in funzione attiva. E' l'ennesima grossolana manifestazione dell'incapacità storica degli imprenditori locali di organizzarsi facendo sistema. Ci si organizza in consorzio solo per una difesa corporativa rispetto alle scelte amministrative e politiche locali, incapaci di farne, invece, uno strumento di una proposta turistica collettiva e quindi di crescita economica di cui possano poi beneficiarne tutti.
Eppure non mancano individualità imprenditoriali d'eccellenza, che da sole hanno veicolato il nome di Paestum o le nostre produzioni locali, facendo da traino collettivo per tutti. Insomma ... non esiste un "Progetto Paestum", cioè una visione d'insieme ed una capacità propositiva collettiva ed organizzata per stare sul mercato. Come manca anche una capacità unitaria di influire sulle scelte amministrative per dotare la nostra Capaccio Paestum di quegli strumenti e servizi che la rendano appetibile e funzionale ad un'economia turistica. In questo pare valga la legge del più forte, cioè ognuno per sè e Dio per tutti.
Se da noi manca la volontà degli imprenditori locali, non solo del settore turistico ma anche di quelli connessi, di fare sistema, altrove ci si organizza in "comparti turistici", cioè in "macroaree funzionali", dove le numerose realtà locali si uniscono e si organizzano per promuoversi.
Penso che ci sia molto su cui riflettere.
Note:
(1) Salernotoday, Borsa Paestum, Iannone: "Un successo che rappresenta un piccolo miracolo"
(2) StileTv, Paestum, 10.000 visitatori alla Borsa del turismo archeologico
(3) Il Mattino, Musei Virtuali, il futuro della storia (Edizione della borsa 2012)
(4) Ansa, Turismo: archeologia, grandi numeri per XIV Borsa a Paestum (Edizione della borsa 2011)
Mi dicono che la Borsa Meditarannea del Turismo di Paestum sia costata nell'edizione dello scorso anno appena 400.000 euro a fronte degli 80.000 di quest'anno.
RispondiEliminaMoltiplicando i 400.000 euro per le 15 edizioni passate sono la bella cifra di 6.000.000. Sò bene che il calcolo è scorretto non essenso stata spesa nel corso degli anni sempre la stessa cifra, ma rispecchia il costo della manifestazione così come in passato congegnata secondo il potere di acquisto del tempo.
Dico questo non per la solita retorica moralistica sulla spesa in ambito pubblico, nè per fare i conti in tasca del privato che in passato ha ospitato le edizioni della Borsa, ma per fare un ragionamento.
Tutti sappiamo che proprio a Paestum, nell'area archeologica, vi è una struttura, quella dell'Ex Cirio, di proprietà dello Stato, che va recuperata. Potrebbe svolgere quel ruolo di spazio congressi ed area espositiva per numerose manifestazioni, che oggi in zona manca. Se gli enti interessati, Sovrintendenza, Comune, Provincia, ecc. collaborassero tra loro, condividendone la proprietà e la gestione, con i soldi spesi per il fitto dei locali per la BMTA - Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico, oggi avremmo avuto un'idoneo spazio per tale manifestazione. E' un'idea. Sarebbe un peccato non provarci.