sabato 17 agosto 2013

La Via cristiana all'immortalità: la Teofagia.

"Pensi ai cattolici... all' Eucarestia. Non si trasformano in cannibali?" (Pierre Antoine Bernheim)

Che cos'è la Teofagia?

E' il cibarsi di una vittima sacrificale (o di un suo sostituto simbolico) identificata con la divinità stessa o meglio è l'ingestione del dio come avviene in alcune religioni.
La differenza tra la Teofagia ed altri tipi di sacrificio non è sempre del tutto netta: quando nelle religioni politeistiche a una determinata divinità si offre un animale perché è la sua vittima preferita e con esso ha anche legami mitologici e iconografici (per es., a Zeus e a Dioniso il toro, ad Artemide la cerva), si ha già una forma implicita o velata di teofagia.
La Teofagia si ritrova in molte religioni. In alcune società aborigene dell’Australia, in deroga all’interdizione alimentare riguardante l’animale o pianta totem, il clan totemico, una volta l’anno, procedeva alla comunione sacramentale con il proprio totem. Così in taluni clan della tribù degli Arunta, il canguro e l'emu nella grande cerimonia dell'intichiuma vengono ritualmente uccisi e mangiati dai presenti in pasto di comunione per rinnovare l'alleanza con l'animale totem e rinvigorire nel medesimo tempo la coesione del gruppo. Oppure quanto avveniva presso i beduini del Monte Sinai, un cammello era ritualmente consumato ancor caldo per intero senza lasciare neppure le ossa.
Altro esempio è nei misteri di Dioniso. Un cerbiatto o un capretto veniva addentato vivo, intendendo gli adepti con ciò consumare l'unione suprema  con il dio incorporato in quell'animale
Nel Messico precolombiano certe forme di cannibalismo rituale in cui l’uomo sacrificato e successivamente mangiato viene identificato con una divinità, sembrerebbero definibili in termini di teofagia.
In senso meno rigoroso si considerano teofagie anche le ingestioni di cibi particolari o di animali sacri a una data divinità, come il ciceone nei misteri eleusini, quello che si gustava dal cembalo e dal timpano sacro dei misteri mitraici, il banchetto sacro degli isiaci e quello di pane e vino mescolati all' haoma  presso gli iniziati di Mitra.
Il primo utilizzo del vino al posto del sangue, venne praticato in Egitto 1500 anni prima di Cristo, dai sacerdoti della dea Iside.
I sacerdoti compivano quel rituale magico che prende il nome di transustanziazione, trasformando il vino in sangue:
”Tu sei vino ma non sei vino perché tu sei le interiora di Iside”.
Dopo di ciò il calice veniva passato ai fedeli per essere bevuto.
Coloro che introdussero per primi il pane nel sacramento eucaristico,come sostanza trasformabile nel corpo di dio furono, come già accennato, i sacerdoti di Dioniso, che essendo dio di fertilità e di abbondanza era simboleggiato da un chicco di grano.
Questi due elementi, vino e pane, furono poi utilizzati da tutte le religioni nelle loro consacrazioni.
Gli stessi rituali di transustanziazione li ritroviamo nelle messe cristiane, evidenti imitazioni di rituali pagani.


"Il cannibalismo è anche un fatto religioso?
Pensi ai cattolici... All' Eucarestia. Non si trasformano in cannibali?
Assorbono realmente il corpo e il sangue di Cristo.
Si dirà : è un atto simbolico, il che, però , è negato dal Concilio Lateranense IV del 1215 e dal Concilio di Trento del 1545. Chi pensava che fosse un atto simbolico era considerato un eretico.
I protestanti hanno accusato i cattolici d' essere degli antropofagi.
Quando ingoiava l' ostia sacra, la mistica Colette Corbie aveva come una visione, quella di mangiare carne macinata. E non era la sola mistica a provare fenomeni del genere.
In un catechismo del Seicento, redatto come botta e risposta, a un certo punto c'è questa domanda: perche' Gesu' si da' a noi sotto forma di "carne"? E' usata proprio la parola "carne", in francese "viande". E la risposta e' stupefacente: perche' consente una migliore assimilazione.
San Tommaso d' Aquino, parlando dell' Eucarestia, si domanda: non e' che i credenti, non provando il gusto di sangue e carne, potrebbero essere ingannati dai loro sensi?" (Intervista a Pierre Antoine Bernheim. "Cannibali fra noi" di Sergio Quinzio , Corriere della Sera del 26 maggio 1993)


 A questo punto abbiamo diversi interessanti spunti di riflessione.

Il primo è che il rito dell'eucarestia parebbe una forma di teofagia.
E qui scatta il secondo spunto. Anticamente, ad esempio nella tradizione dei Veda, gli Dei, i Veda, si nutrivano delle offerte e delle preghiere degli uomini, che li sostenevano nella loro deità.
Qui siamo ad un'inversione.
E' il nutrirsi della divinità del Cristo a permettere all'uomo di acquistare l'immortalità. Anche perchè, ricordiamolo, il Corpo di Cristo è Corpo Mistico. Esso è la "Vite" di cui i Santi (i Cristiani) sono il "Tralcio". E' quindi un "Unio Mistica" del Cristiano in Cristo, di cui l'Ecclesia è solo manifestazione terrena.
"Perciò Gesù disse loro: «In verità, in verità vi dico che se non mangiate la carne del Figlio dell'uomo e non bevete il suo sangue, non avete la vita in voi.  Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue, ha vita eterna, e io lo risusciterò nell'ultimo giorno.  Poiché la mia carne è veramente cibo e il mio sangue è veramente bevanda.  Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue, dimora in me ed io in lui."  (Giovanni 6, 53-56).Poi, preso un pane, rese grazie, lo spezzò e lo diede loro dicendo: «Questo è il mio corpo che è dato per voi; fate questo in memoria di me». Allo stesso modo dopo aver cenato, prese il calice dicendo: «Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue, che viene versato per voi.” "In quel giorno conoscerete che io sono nel Padre mio, e voi in me e io in voi" Giovanni 14:20. "Dimorate in me, e io dimorerò in voi. Come il tralcio non può da sé dar frutto se non rimane nella vite, così neppure voi, se non dimorate in me" Giovanni 15:4.
Quindi nutrirsi di Cristo è un modo diretto per assimilarlo e divenire misticamente tutt'uno con esso. Ed ecco la Teofagia. Un vecchio adagio ci ricorda che "noi siamo ciò che mangiamo".

Un ultima riflessione ex post per agevolare la comprensione del sacro mistero. Dal punto di vista dell'alchimista nel rito dell'Eucarestia l'Opus Alchemicum trova il suo pieno compimento, il pane e vino consacrati sono il Lapis Exilis o Lapis Elixir, la Pietra Filosofale, Vera Medicina.

"Il Pane ed il Vino del sacrificio mistico, sono lo Spirito od il Fuoco della materia; con la loro unione, queste cose producono la vita. ecco perché i manuali iniziatici cristiani, chiamati Vangeli, fanno dire allegoricamente al Cristo: Io sono la vita; Io sono il pane vivente; Io sono venuto per mettere il Fuoco nelle cose, e lo avvolgono nel dolce segno esoterico dell’alimento per eccellenza".
Brano di Pierre Dujols, citato da Fulcanelli ne Le Dimore Filosofali, vol. IAbbiamo


" Abbiamo dimenticato che l'Alchimia è un'Arte sacerdotale. Potete prendere del pane e del vino, potete pronunciare le parole... abbiamo il rituale... Non potete fare la transustanziazione dell'Eucarestia se non siete un sacerdote ordinato che possieda la Fede, nella giusta situazione interiore ed esteriore... e la Fede è un altro miracolo."
Trascrizione dell'intervento di Paolo Lucarelli in occasione del "Colloque Eugène Canseliet"
a Parigi, La Sorbonne, 4 e 5 Dicembre 1999



Ringrazio Maria Ferres per avermi dato questo spunto di riflessione.

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