Il Muratori ci da una interessante notizia, tratta dell'archivio del monastero benedettino di Cava dei Tirreni.
Giovanni III, Vescovo di Capaccio, nella 1013 concesse ai benedettini di Cava la Chiesa di Santa Preparazione, detta anche di Santa Venera di Cornito.
Cornito era l'antico nome della località, che oggi è detta però di Santa Venere, proprio in virtù della santa a cui era dedicata quell'antico santuario.
Nel nome è sopravvissuta la memoria di un piccolo santuario, che però probabilmente era antecedente all'anno mille, ed era il fulcro di una comunità di monaci "greci", cioè di rito greco, che oggi diremmo ortodossi.
Intorno ad essa vivevano isolati nelle loro celle, dette "lauree", i monaci.
Non dobbiamo però pensare che questi religiosi fossero non italici, magari provenienti da lontani territori dell'impero bizantino, perché dobbiamo ricordare che in vasti territori dell'Italia Meridionale le presenza bizantina si protrasse per secoli ed accanto ad italici cattolici, ve ne erano altri di rito greco.
Sarà con la conquista normanna e la fattiva azione del monachesimo benedettino che la cattolicizzazione di vaste aree della Lucania e della Calabria diventerà effettiva.
Ma chi è Santa Venera?
Il nome è la latinizzazione di Parasceve, o meglio Agia Paraskevi (greco Αγία Παρασκευή), con il quale è venerata dalla chiesa ortodossa.
Il nome Parasceva significa letteralmente "preparazione" come il giorno della preparazione per il fine settimana, il Sabbath, cioè "Venerdì".
È quindi una trasposizione del Venerdì Santo, più che un reale personaggio storico.
Per gli ortodossi era una giovane cristiana che subì il martirio sotto gli imperatori romani Antonino Pio e Marco Aurelio. Venne decapitata dal governatore romano Tarasius vicino a Salonicco.
Per i cattolici sarebbe stata invece la figlia dei cristiani Agatone e Polena, cresciuta nella provincia romana della Gallia. Al tempo di Antonino Pio imperatore, sarebbe stata catturata ed imprigionata dal prefetto Asclepio, quindi torturata e infine decapitata a Roma.
In realtà della sua storicità dubita persino la Chiesa, tant'è che è stata eliminata dal Martiriologio Romano.
La contrada, quindi ,dovrebbe dirsi di Santa Venera, come fu chiamata per secoli, e non Santa Venere, come da metà del secolo scorso è detta per un banale malinteso diffuso.
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