Gentile sig. Sindaco,
con delibere di giunta 129 del 9.05.2008 e 252 del 21.08.2008 l’amministrazione comunale ha avviato l’iter per il restauro ed il risanamento conservativo della casa natali di Costabile Carducci. In questi giorni dei manifesti di questo spettabile ente hanno informato la cittadinanza dell’imminente avvio di tali lavori.
Colgo l’occasione per congratularmi con Lei e l’amministrazione comunale da Lei presieduta per tale importante iniziativa. Questa attenzione al patrimonio storico e culturale della nostra comunità le fa onore ed è fondamentale in quanto uno dei pochi “legami certi” col nostro passato, che non sia quello metamitico di Paestum e della città antica.
In passato il Comune di Capaccio ha acquistato la casa di Costabile Carducci, ubicata nel centro storico di Capaccio, con l’intenzione di realizzarvi un museo, oltre che per lo svolgimento di eventi e manifestazioni di carattere artistico e culturale di interesse per la collettività.
Iniziativa lodevole e di grande merito quest’ultima, che però non andrebbe nel senso delle priorità che, a mia opinione, dovrebbero essere perseguiti da questa spettabile amministrazione comunale.
Il Comune di Capaccio, ha un grande “tesoro”, sconosciuto e dimenticato ai più, che è il proprio Archivio Storico. In esso dovrebbero essere presenti documenti che a partire dell’Università di Capaccio (Universitas Iuris Gentium Caputaquensis - sec. XVIII), passando per il Decurionato (il periodo francese inizio sec XIX), dovrebbero arrivare sino a quasi i giorni nostri. Queste “carte” sono un vero patrimonio culturale e storico, con il quale è possibile ricostruire le vicende e la storia di una comunità, la nostra, e costituiscono il retaggio dei nostri padri, né più né meno del cosiddetto Tempio di Nettuno e di Paestum o della chiesa della Madonna del Granato e Capaccio Vecchia.
Tale “tesoro”, stando alle voci di popolo che circolano in paese, sarebbe abbandonato a se stesso in qualche sottoscale, forse nell’ex Asilo di Capaccio Capoluogo, in un luogo certamente non adatto alla sua conservazione e preservazione.
In passato ho avuto modo di leggere dei documenti inerenti le “amministrazioni comunali” del passato (che certamente, allora, avevano altre denominazioni ed altri caratteri giuridici) fra “le carte” dell’archivio di Stato di Salerno e di Napoli e ho, così, potuto rendermi conto personalmente della loro importanza e della ricchezza di informazioni in esse contenuto sulla storia della nostra comunità. L’Archivio Storico del Comune di Capaccio è, quindi, un patrimonio unico e irripetibile, proprio perché è il nostro “tesoro”, e come tale andrebbe, proprio per la sua particolare vulnerabilità, protetto quanto e più dei tanti monumenti presenti sul nostro territorio. Esso è unico e irripetibile proprio perché tratta delle vicende e dei fatti della nostra Capaccio.
Di ciò potrebbero essere buoni testimoni i professori Paolo Paolino e Angelo Capo, che in passato hanno avuto accesso a tali documenti, per scrivere importanti studi sulla storia economica e sociale della nostra comunità.
Negli anni scorsi altre amministrazioni comunali (come Trentinara, Monteforte o Roccadaspide) hanno avuto accesso a fondi pubblici per il recupero, il restauro, il riordino di tali archivi, procedendo addirittura ad una loro digitalizzazione, permettendone così il libero accesso e lo studio a tutti quegli appassionati cultori e studiosi di storia locale che ne avessero fatto richiesta.
Cosa a me mai stata possibile malgrado ripetute richieste informali fatte in tempi non molto recenti.
Non so se per il passato il nostro comune abbia avuto accesso a tali fondi né come l’attività a cui erano stati destinati sia stata svolta, ma resta il fatto dell’abbandono di tale patrimonio, cosa che per un Capaccese come Lei, orgoglioso proprio come me di dirsi tale, a scanso di tanti che oggi preferiscono dirsi pestani, gromolesi, ecc. o capaccio-pestani, non può che essere inaccettabile.
Per questo le chiedo da Capaccese, da appassionato di storia locale ma soprattutto da cittadino, che sia avviata un’indagine per verificare lo stato di conservazione di tali documenti, il loro trasferimento in luogo più idoneo, in attesa di una loro definitiva e più dignitosa collocazione in altra sede, che potrebbe essere in futuro proprio la casa natale di Costabile Carducci. Luogo in cui organizzare l’Archivio Storico Comunale ma anche una biblioteca su Capaccio, Paestum ed il Cilento (piuttosto che un fantomatico museo), oltre che “spazio” per eventuali manifestazioni culturali.
Sarebbe, inoltre, opportuno il suo riordino, restauro e digitalizzazione, magari sotto l’attenta regia di un funzionario dell’Archivio di Stato di Salerno.
Sono certo che queste mie sollecitazioni troveranno riscontro in chi come Lei ama questo nostro paese e già in passato si è dimostrato attento all’esigenza di conservazione e tutela di quel lascito che ci viene dai nostri padri, come fece con il restauro, già diversissimi anni fa’, della Fontana dei Delfini in Capaccio Capoluogo.
Cordialmente,
Vincenzo Di SirioAlcuni dei moltissimo esempi on web di Archivi Comunali, curati e valorizzati dalle amministrazioni comunali italiane.
Archivio Storico del Comune di Ponsacco;
Archivio Storico della città di Novi Ligure;
Archivio Storico del Comune di Potenza;
ARCHIVIO STORICO DEL COMUNE DI PARMA;
Archivio Storico della Citta di Vignola;
Archivio storico comunale di Monreale;
Mi auguro che a questa mia richiesta si uniscono tutti i miei concittadini, ma anche chi come me ha una grande passione per la storia e le tradizioni del proprio paese.
In particolare il mio appello è rivolta a chi meglio di me è a conoscenza di questi temi, avendo anche contribuito alla studio e alla divulgazione dell'antica storia di questa nostra Capaccio. In particolare mi riferisco ai prof.ri Mario Mello, Giuseppe Liuccio, Paolo Paolino e Gaetano Puca.
Per aspera ad astra.
enzodisirio