lunedì 3 aprile 2017

IL CANDIDATO STRANIERO E LA 220. UN PO' DI STORIA.



In questi giorni Francesco Palumbo, candidato sindaco a Capaccio Paestum, fa suo uno degli argomenti più gettonati di ogni campagna elettorale degli ultimi quarant'anni: la legge 220 e l'abusivismo conseguente al non rispetto dei vincoli previsti da quella legge.
Argomento al quale si sono sottratti ben pochi candidati di questa comunità in ogni campagna elettorale e che non sempre però ha visto pari impegno nella sua risoluzione ad urne chiuse

Ciò per una ragione ben precisa.
Una sua eventuale soluzione non potrebbe essere trovata in un ambito amministrativo locale, ma dovrebbe essere ricercata e sollecitata negli organi sovraordinati a cominciare da quelli statuali, essendo la 220/57 una legge statale.

Appare quindi come velleitario e demagogico ogni richiamo all'argomento in una campagna elettorale per il rinnovo del Consiglio Comunale, a meno che, come sembra, non voglia essere l'assunzione di un impegno, una volta eletti, ad attivarsi nelle sedi competenti affinché vi sia una modifica della legge.

Cosa di cui ci fa piacere e che condividiamo nella sostanza delle argomentazioni portate da Palumbo, ma non nelle forme. In particolare quando afferma con sicumera che il problema dei vincoli della legge Zanotti Bianco non sia stato affrontato nelle sedi opportune e nei modi appropriati dalla politica capaccese. 

Posso capire che Palumbo abbia tale convinzione non conoscendo la storia della comunità in cui si candida, di meno quando chi lo circonda e supporta a Capaccio non gliene dà notizia.
Precisiamo che la legge voluta da Zanotti Bianco è un'ottima legge per l'epoca in cui è stata pensata, ma fallisce nel tempo con i suoi rigidi vincoli in quanto non salvaguarda tutto il territorio dove potrebbero esserci significative presenze archeologiche da tutelare e dall'altra vincola zone dove invece vi è ben poco o nulla da tutelare, fatto salvo il principio di salvaguardare l'antica città di Poseidononia  dall'abbraccio mortale del cemento sino alle sue mura.

E qui il primo errore del candidato sindaco Francesco Palumbo, che ignora che già in passato la politica capaccese si attivò per una modifica della legge.

Già dal lontano 1964 con il deputato democratico-cristiano di Rofrano, Nicola Lettieri, ed il più noto Fiorentino Sullo, i Capaccesi tentarono quella che poi si dimostrò una mission impossible.
Fu presentato il progetto di legge n. 1398 del 21 maggio 1964 con il quale si intendeva eliminare il vincolo dei mille metri ma si demandava al PRG  (in accordo con la Sopraintendenza) il compito di vincolare quelle parti del nostro territorio che andavano tutelate. Non solo, ma si prevedeva anche di espropriare i terreni interni alle mura e di abbattere quegli edifici moderni non confacenti al decoro della zona archeologica.
A questo progetto di legge ne seguirono altri di Nicola Lettieri, che con tenacia portava avanti quella battaglia che i suoi referenti politici capaccesi ritenevano più che giusta sollecitandolo con testardaggine (1).
Ben cinque progetti di legge ( 1398 del 21 maggio 1964, 4056, 15 ottobre 1975; 119, 20 luglio 1976; 1688, 15 maggio 1980; 3704, 21 ottobre 1985) si susseguono trovando sempre la ferma opposizione delle altre forze politiche e di non pochi compagni di partito.

L'on. Nicola Lettieri (Rofrano23 marzo 1923 – Roma3 aprile 2004).


Sulla scorta di questa esperienza anche il neo eletto deputato, Gaetano Fasolino, tentò un sondaggio fra i suoi colleghi parlamentari per capire se vi fosse l'agibilità per proporre una legge di modifica della Zanotti-Bianco, ma ne riscontrò ancora una volta l'impossibilità.

Non rimaneva che lavorare ai fianchi della legge.

Legge che a detta di non pochi esperti di diritto, diversamente da quanto comunemente creduto, non pone un vincolo di inedificabilità assoluta ma "è fatto" solo "divieto di eseguire qualsiasi fabbricato in muratura e ogni altra opera che possa arrecare pregiudizio all'attuale stato della località".  Il che possa”, quindi, indicherebbe un divieto non assoluto di edificazione.
Tenuto conto che sin dall'entrata in vigore della legge 220 varie sentenza dell'autorità giudiziaria hanno previsto il dissequestro di opere realizzate nell'area di mille metri di vincolo e non poche sono state quelle regolarmente autorizzate dalla stessa Soprintendenza (202 autorizzazioni ministeriali parzialmente censite al 2011), ci sarebbe da pensare che in effetti tale vincolo assoluto non sussista, altrimenti le stesse autorità avrebbero agito in violazione della legge.
Ciò però, come prevedeva sin dal 1964 anche l'on. Lettieri, ha portato ad una disuguaglianza tra i cittadini di Capaccio Paestum che vivono o hanno interessi nell'area di vincolo della 220 dividendoli tra "chi può e chi non può".

Non è un caso che ancora una volta i Capaccesi si siano mossi interessando alcuni parlamentari di riferimento affinché sollecitassero l'allora ministro ai LL.PP., Nicola Mancino. Questi si fece promotore di un'altra proposta di modifica della legge Zanotti Bianco, trovando anch'egli una fortissima opposizione in vasti settori della cultura e dell'ambientalismo. A questo seguì in tempi più recenti ancora un altro tentativo con l'allora deputato Alessandro Meluzzi, anch'esso infruttuoso.

A questo punto sarebbe stato auspicabile un regolamento attuativo della legge che eliminasse tali disparità di trattamento, sottraendo l'applicazione della legge all'arbitrio del momento, ma anche qui non poche sono state le resistenze registrate nell'opinione pubblica. Espediente che però  se realizzato non risolverebbe i numerosi casi di abusivismo esistenti, quando dovuti all'interpretazione della norma nel senso di un vincolo assoluto. 

Non a caso quindi il sen. Fasolino lavorò cercando di aggirare il problema.
" Nel 2005 Fasolino propose al Parlamento un progetto di riqualificazione, la proposta passò e divenne decreto di finanziamento il 1 marzo 2006: un milione di euro a favore del Comune di Capaccio per la riqualificazione dei nuclei urbani di Paestum, Torre di Mare, Licinella e Santa Venere, ricadenti nella fascia di rispetto della legge Zanotti Bianco. Un milione di euro per un progetto da affidare a una cattedra universitaria, un gruppo di lavoro qualificato, per censire l’esistente, capire se si tratta di prime o di seconde case e restituire decoro e prestigio internazionale a Paestum. Un progetto che dovrà essere approvato dal Comune, dalla Provincia, dalla Regione e inviato al Ministero dei Beni Culturali con il parere favorevole delle associazioni ambientaliste e di categoria." (2)
Un progetto che avrebbe dovuto fare da battistrada ad un piano di riqualificazione/recupero con cui censire e determinare cosa fosse sanabile e cosa andasse demolito, facendo proprie le possibilità interpretative della legge, alla luce, anche, pare di una disponibilità, espressa all'amministrazione Marino già nel 2011, della Direzione Generale dei Beni Culturali ad emanare un regolamento attuativo della legge 220.

Purtroppo come sappiamo quel finanziamento rischiò di essere perso, a causa di un erroneo utilizzo con il progetto d'idee dell'amministrazione Marino (3) e del non suo impiego per lungo tempo per lo scopo previsto (il censimento-elaborazione di un piano di recupero) anche sotto la sindacatura Voza. Sarà questa amministrazione a poi ripiegare, per non perdere i fondi, sul pur tanto atteso marciapiede che unisce la Zona Archeologica e la contrada di Torre di Paestum. Ma rimane l'amarezza per aver perso un'importante occasione per cominciare ad imboccare la via giusta nel risolvere un problema che riguarda migliaia di nostri concittadini.

Capaccio è una cittadina di grande civiltà e cultura, con una grande storia, chi straniero in questi anni vi è arrivato, facendone la propria casa e facendola grande, può non conoscerne la storia, ma non può immaginare che quanto vi è stato prima di lui sia incapacità ed inadeguatezza.

Stimiamo Franco Palumbo come amministratore e non abbiamo difficoltà a pensare che possa dare tantissimo a questo paese, però non immagini di essere il "risolutore finale", l'unico all'altezza, di ogni problema della nostra comunità senza conoscerne la storia e la complessità.
A Capaccio non è il primo "straniero" a cui la nostra comunità ha dato la volata in politica e non sarà l'ultimo, ma potrebbe essere, non solo tra i tanti che si propongono, chi potrebbe incarnare il cambio di passo che tanti Capaccesi attendono. Capiamo la dialettica elettorale che talvolta esagera i toni, capiamo anche che è uno dei candidati sindaci più esposto al fuoco nemico, ma vorremmo che non pensi che prima di lui a Capaccio Paestum fosse il deserto.

Con stima allo straniero,
Enzo Di Sirio






NOTE:
(1) Nicola Lettieri, storia.camere.it, proposte di legge.
(3) "Riguardo la conferenza dei servizi - si legge nella nota a firma del direttore generale, Gregorio Angelini - acquisiti i pareri di competenza della Soprintendenza Bap per le province di Salerno e Avellino e della Soprintendenza per i beni archeologici delle province di Salerno, Avellino, Benevento e Caserta, questa direzione generale ritiene l'intervento non suscettibile di approvazione in quanto configge con il disposto normativo della legge 220/57, perché prevede la realizzazione di strutture, ed è quindi in contrasto con le norme di tutela e in difformità con la prescrizione dell'area". Inoltre "considerata l'alta valenza archeologica e paesaggistica dell'area, invita l'amministrazione, capeggiata dal sindaco, Pasquale Marino, ad intraprendere accurati studi e censimenti del patrimonio edilizio abusivo realizzato in vigenza della legge 220/57." - la Città di Salerno del 30/12/2010, Bocciato il Concorso d'Idee.

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