mercoledì 5 aprile 2017

Legge 220/57: istruzioni per l'uso. Vademecum per il candidato ed il cittadino.

“Il trionfo delle demagogia è momentaneo, ma le rovine sono eterne.” 
Charles Peguy

 "La debolezza della legge, che comunque va inquadrata nello spirito del tempo in cui fu prodotta, sta non solo nella carenza di un regolamento attuativo, ma anche nei margini di discrezionalità che offre. Oltre a non tutelare il patrimonio archeologico, visto che mira essenzialmente alla salvaguardia del paesaggio, non ha consentito agli organi preposti alla tutela archeologica di esprimersi per opere che uscissero fuori dai fatidici 1000 metri al di là delle mura, come se il territorio di una città greca fosse rigidamente costretto entro un chilometro. Ma più che ad un'abolizione della legge, che certo non è compito locale, si dovrebbe mirare, se possibile- non sono un'esperta di questa materia- ad una sua integrazione/modifica, anche a seguito di una rilettura attenta di quanto oggi si conosce di più delle preesistenze archeologiche e non solo, prevedendone un rigoroso e dettagliato regolamento attuativo e una gerarchia delle possibilità di interventi sul territorio. Auspico che si sviluppi una discussione su questo tema, ma non in sterili termini propagandistici, altrimenti sarà un'altra occasione perduta".
Maria Annunziata Cipriani



Il consumo del suolo nella zona di vincolo della legge 220/57. Rilievo del 2000 della società Cartosystem.


A me non dispiace che alcuni candidati alle elezioni amministrative di quest'anno abbiano sollevato, come da lunga tradizione delle elezioni capaccesi, il problema della cosiddetta 220, cavallo di battaglia di ogni candidato che voglia fare incetta di voti nell'area soggetta a vincolo da quella legge.
Fanno bene a farlo, come fanno bene a prendere un impegno pubblico con i cittadini per affrontarlo pragmaticamente e fattivamente se eletti, immagino anche tra i banchi dei consiglieri comunali d'opposizione e non solo sul massimo scranno, quello da sindaco.
E' un argomento troppo importante, che interessa migliaia di miei concittadini, per essere dimenticato in questa campagna elettorale.

Mi piace il modo di alcuni di porsi in maniera pratica e concreta, che guarda alla risoluzione del problema senza farsi incantare da sirene ideologiche, come i tanti “nulla potisti” di un passato recente, o peggio, come altri ancora hanno fatto, concedendosi a derive demagogiche.
Il punto è che non è affatto vero, come qualche candidato dice, che chi lo ha preceduto a Capaccio nell'affrontare tale difficile e complessa questione non abbia fatto nulla. Se oggi è possibile immaginare un percorso risolutivo dell'annosa questione della 220 lo si deve proprio a chi in questi quaranta anni vi ha seriamente lavorato a differenza dei tanti che facevano solo chiacchiere e promesse.

Il mio precedente post voleva proprio essere un omaggio a quanti si sono impegnati, spesso silenziosamente e lontano dai clamori dei media, per ricercare una soluzione concreta ai troppo rigidi vincoli dalla legge voluta da Zanotti Bianco.

Ed è questo il punto!

Chi ne parla in queste elezione faccia attenzione a non illudere i miei concittadini delle contrade sottoposte a tali vincoli.
Non tutti gli abusi edilizi lì compiuti sono sanabili! Anche con una ipotetica modifica della legge.
Una cosa è “l'abuso” derivante dall'aver edificato in violazione al vincolo dei mille metri, un altra cosa sono i tantissimi abusi derivati dalla violazione dalle normativa in materia urbanistica e di edilizia vigente.

Non mettere in evidenza tale differenza significa fare demagogia!

La via indicata da qualcuno, la legge regionale 16/2004 et similia, è una via già seguita in sede di redazione del PTR e del PTCP ed in tal senso invito costoro ad informarsi di quanto proposto dal prof. Forte per il Comune di Capaccio sia in quelle sedi, che in ambito della sua proposta di PUC.
E' come giustamente indicato una delle vie risolutive all'interpretazione ed applicazione della norma, ma complementare a quella principale.
La via maestra passa anche per la redazione di un regolamento attuativo della legge 220/57, che sottragga all'arbitrio interpretativo degli organi competenti, l'applicazione della legge, che sino ad oggi ha creato disparità di trattamento fra i cittadini, a fronte di 202 pareri positivi ministeriali concessi contro altri numerosi, in analoghe condizioni, negati.

Così, non ultima tra quelle che l'avevano preceduta, anche l'amministrazione Marino aveva fatto sua la via della concertazione nei tavoli tecnici con i vari enti ed autorità interessate, ricevendo a quanto pare la disponibilità dalla Direzione Generale dei Beni Culturali ad emanare un regolamento attuativo della legge 220.

Sbagliò però quell'amministrazione nel metodo, quando volle mettere il carro davanti ai buoi, come rilevato dall'allora direttore generale, Gregorio Angelini, nel bocciare quel Concorso d'Idee.
Questo non solo violava il dettato della norma, ma doveva essere preceduto da “accurati studi e censimenti del patrimonio edilizio abusivo realizzato in vigenza della legge 220/57”. (1)

E' la via che aveva già indicato il sen. Gaetano Fasolino, per cui era riuscito ad ottenere ben un milione di euro con una legge mancia del 2005. Purtroppo l'immobilismo e l'erroneo utilizzo di quel fondo delle giunte Marino e Voza, hanno fatto sì, che dinanzi alla scelta del governo Renzi di riavvocare a sé tutti quei fondi messi a disposizione delle varie amministrazioni locali e non spesi, che "il milione", o ciò che ne rimaneva, fosse speso d'urgenza per un marciapiede.

La via maestra quindi passa per la redazione di un regolamento attuativo della legge 220/57, ma anche attraverso un studio/censimento degli abusi commessi nell'area di vincolo e dello stato dei luoghi. 
Quindi il punto di partenza è lo studio-censimento, a cui dovrebbe seguire un piano di recupero-riqualificazione della 220, che potrebbe essere realizzato anche con un concorso internazionale d'idee, che dovrebbe vedere coinvolti con tavoli tecnici e di lavoro gli enti sovra-ordinati, in particolare la Regione (che dovrebbe con suoi fondi finanziare il tutto, come fatto in altri casi), ma soprattutto la Soprintendenza (l'interlocutore principe), le associazioni ed i cittadini.
Tutto ciò, in particolare lo studio censimento, però non sarebbe completamente risolutivo, ma porrebbe le condizioni per un ripensamento della legge 220/57 nel solo luogo a ciò deputato: il Parlamento!

Infatti a differenza del periodo delle altre proposte di modifica della legge, come quelle dell'on. Nicola Lettieri o dell'allora ministro Nicola Mancino (2), i tempi sono maturi per ridiscuterne, essendosi formata anche in quegli ambienti culturali ed ambientalisti, che allora erano avversi, la convinzione di una non adeguatezza della norma ai nostri tempi.

Già la Cipriani, ex direttrice del Museo di Paestum, in suo post al mio, ricorda come la Zanotti Bianco “oltre a non tutelare il patrimonio archeologico, visto che mira essenzialmente alla salvaguardia del paesaggio, non ha consentito agli organi preposti alla tutela archeologica di esprimersi per opere che uscissero fuori dai fatidici 1000 metri al di là delle mura, come se il territorio di una città greca fosse rigidamente costretto entro un chilometro.”

I tempi sono quindi anche maturi per riprendere a lavorare sulla modifica della legge, che salvaguardi il nostro patrimonio archeologico, con una ridefinizione del vincolo dei mille metri, o meglio ancora, con nuove forme di tutela da definirsi. Ripensamento della legge 220/57 che però non può essere immaginato come un'elusione di ogni tutela che faccia salvo ogni abuso.
Infatti tutto quell'iter che ho rappresentato vale per quegli “abusi” conseguenti la violazione del vincolo dei mille metri, non certo per i tantissimi altri abusi alle norme di edilizia ed urbanistica correnti, che come tali vanno definiti in quelle regolamentazioni dei casi.

Ciò significa che nessuno si illuda, e soprattutto qualunque politico che si propone eviti di illudere, che si possa salvare l'insalvabile. Ci sarà sicuramente la regolarizzazione di tante opere realizzate in questi anni, ma seguiranno anche tanti abbattimenti!

Ben venga quindi che i vari candidati sindaco ne parlino, ma lo si faccia solo per assumere un impegno a trattare l'argomento nelle sedi e nelle forme opportune, che non sono quelle di un'amministrazione comunale, ma soprattutto senza illudere che qualunque “abuso” possa essere sanato.

Ma più importante ancora, i Capacciopestani valutino i candidati di queste elezioni amministrative sull'impegno a cui abbiamo accennato prima, ma soprattutto lo facciano nelle prossime elezioni politiche affinché il loro voto vada a quei candidati al parlamento disposti ad impegnarsi per una modifica della legge in senso progressivo e migliorativo.

Note:
(1) la Città di Salerno del 30/12/2010, Bocciato il Concorso d'Idee.



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