giovedì 3 settembre 2020

NOTIZIE STORICHE SU TORRE DI PAESTUM

 


La località, come è noto, prende il nome dalla torre di guardia, che la caratterizza ed intorno alla quale è sorto in maniera caotica e selvaggia il borgo attuale nella seconda metà del secolo scorso.

La località appare in un atto notarile settecentesco indicata con il toponimo "Brianza" , quale luogo di caricamento del grano prodotto nella piana pestana. Grano venduto a mercanti mediatori col metodo dell'asta con accensione delle candele.

È infatti proprio la funzione di approdo e porto di Pesto quella svolta per secoli da questa località. Borgo non lo fu mai prima del novecento, perché l'allora borgo era da lì poco distante, cioè Paestum, che mantenne la sua funzione di luogo abitato anche se di misere dimensioni sino alla modernità con l'istituzione del Parco Archeologico, che ne ha compresso lo sviluppo.

Infatti Pesto, o la più moderna sua denominazione, cioè Paestum, fu sempre luogo abitato, di aggregazione e di interessi vari. Prova ne sono le diverse ristrutturazioni della Chiesa dell'Annunziata realizzate sin dal medioevo, perché luogo in cui si recavano le genti del contado vicino per partecipare alle sacre funzioni e ricevere i sacramenti, e la frequentazione di mercanti sia per la presenza del vicino approdo di Torre, ma anche per le due grandi fiere che qui si tenevano da tempi antichissimi: quelle di San Apollonio e dell'Annunziata.

La presenza di un porto a servizio della commercializzazione delle produzioni locali e limitrofe è probabilmente antichissima. Ne abbiamo notizia già prima dell'anno mille come approdo commerciale del  monastero basiliano di  Santa Venera.

È da Torre di Mare, ma anche da altri approdi e porti sul Sele, come quello di Mercatello, che i prodotti locali e delle zone più interne, come il frumento ed il legname partivano per essere commercializzati. Cosa che nel primo medioevo avvenne attraverso la mediazione di mercanti amalfitani ed atranesi, che da lì li esportarono in tutto il Mediterraneo occidentale, in particolare verso il Nord Africa.

Questi traffici commerciali erano importante fonte di lucro anche per il feudatario di Capaccio, in quanto li tassava.

Così da un documento del 1469 apprendiamo:

"Allo conte di Capaccio el Re vole che l’exaptione  di una gabella  per esso et soi antecessori posseduta in  Capaccia di gr.  doie per tumolo de victuaglie quale s’extraheano da lo porto de Vesti  o d’altra  parte de ditta marina  per infra  Regno et che quella si possa exigere  secundo  è  stato  solito da ogni persona che  extraherà victuaglie  dallo ditto  porto et  splagia."  (1)

O in un altro di due anni precedente:

"Per comitem Capue Aquensis in Camera conquerebatur quod de victualibus que ex portu Pesti et Sileris de pertinentiis sive territorio civitatis Capue Aquensis infra Regnum por tantur cum barcis predittis ultra ius dohane, pro hiis que in terris suis non in lictore maris, infra terram per factum baliste emuntur sive empta sunt, ad dictum comitem spectat, tanquam ius baiulationis ad ipsum utilem dominum ipsarum terrarum spectantis. Exigere magister portulanus inten debat ius ad rationem carlenorum quindecim pro quolibet centenario salma rum: quod actenus ibi minime consuevit exigi, Camera mandat quod pro hiis huiusmodi ius quod aliter ibidem exaptum non fuit minime exigatur, et si pretenderitis aliter alios ibidem exigi, consuevisse recepta ab extrahentibus cautione dum taxat de solvendo quod inde per Cameram fuerit iudicatum et de consuetudi ne ipsa se informet, et Camere rescribat ut provideri possit. (2)

 Si discute poi se l'antico porto di Poseidonia  - Paestum fosse ubicato presso l'attuale Torre di Paestum, ipotesi che potrebbe essersi concretizzata nei primi anni di esistenza della città greca nella laguna posta tra il cordone dunale e le mura cittadine. 

Molto più probabilmente Poseidonia - Paestum fu servita da più porti posti a sud presso Agropoli e a nord alla foce e lungo il corso del Sele. Porti ed approdi che mantennero la loro funzione anche commerciale sin dopo la decadenza della città.

Ne sono un esempio in età tardo antica le plebs lungo il corso del Sele, come S. Vito, Ponte Barizzo o S. Lorenzo di Altavilla Silentina, o il Pactum Sicardi (del luglio dell'836), con cui il Principe Sicardo di Benevento firma un armistizio con i rappresentanti dei ducati "bizantini" di Napoli, Amalfi e Sorrento. Trattato importante perché con esso i mercanti di queste città potevano liberamente transitare e commerciare in tutti i territori sottoposti al governo dei Longobardi. Cosa che avrà risvolti importanti anche per la Piana di Paestum ed il Cilento, perché questi mercanti diverranno non solo i primi mediatori commerciali di quanto qui prodotto, ma anche perché con i loro investimenti contribuiranno allo sviluppo di queste zone.

Foto aerea di Torre di Paestum, 1934, fondo IGM, Firenze.



 Torre di Mare in una foto storica ©famiglia Gennaro Pecora



Note:

1 -  L(ite) ra del  Re Ferrante p°  expedita  p°  aprelis  1469 di retta a la Camera in re(ges) tro L(ite) rarum Regiarum 3°, f. 13. Il re a cui ci si riferisce è Ferrante  (Ferdinando)  I  d’Aragona, il Conte di Capaccio è invece Guglielmo Sanseverino.

2 - . L(ite) ra Camere XI° iulii 1467, in reg(es) tro Comune 1467, f.f 272, exemple tur.





La spiaggia di Torre di Paestum tratta da Paoli, Paolo Antonio. O.M.D. Rovine della città di Pesto, detta ancora Posidonia, Roma, 1784.

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