di
Enzo Di Sirio
La pratica della Transumanza. |
Quando
Oreste Mottola mi ha proposto di scrivere quello che lui ha definito un "atlante, visto da destra, della politica
capaccese", mi ha conferito quella che potrebbe definirsi una mission impossibile. E’ tale perché un
atlante richiede una conoscenza precisa delle collocazioni dei luoghi e dei
confini dove allocare le città ed i territori. Confini che allo stato attuale parrebbero
non esistere se non in maniera assai sfumata. Ci troviamo, quindi, nelle
condizioni dei geografi dell’antica Roma, che denominavano quell’immenso e sconosciuto
territorio al di là del Mediterraneo semplicemente come “Africa”, aggiungendo un monito: “hinc sunt leones”.
Per capire dobbiamo
fare un passo indietro nel passato.
Esattamente al 1994. Un anno storico, perché in esso sono
gettati i semi di quella che sarà poi la politica capaccese degli ultimi 20
anni.
E’ l’anno della nascita del bipolarismo e della discesa in
campo di Silvio Berlusconi, che sdogana la destra fondando il centro-destra
italiano. All’improvviso quell’area
politica che era sempre stata vista come marginale, scomoda ed impresentabile,
diventa il nuovo Far West. Si aprono immense praterie alla sua “colonizzazione”.
Ma è anche l’anno in cui i due partiti capaccesi da sempre
antagonisti ed alternativi, la D.C. ed il P.S.I., si trovarono insieme in una
maxi coalizione presieduta dall’allora sindaco Paolo Paolino. Coalizione, che vide la quasi totalità
dell’allora consiglio comunale e che si riproporrà nelle amministrative del 1995. E’ il primo Mucchio
Selvaggio. E’ il seme da cui nascerà la piantina del cdx capaccese di cui Gaetano Fasolino
sarà attento e solerte “orticoltore” (1).
Ma questa “gioiosa macchina da guerra” vide frustrate le sue “sicure” aspettative di vittoria dalla
discesa in campo della prima formazione elettorale, che si attribuirà il titolo
di “civica”, quella promossa da
Pietro De Rosa. Parliamo delle liste
Venti Nuovi e Rinnovamento. Esperienza che vedeva candidati numerosi “giovani”
che per tradizione familiare e per storia personale erano anch’essi di origini e
provenienze politicamente diverse.
In quegli anni avverrà uno strano fenomeno. Famiglie e
personaggi che storicamente erano collocati a sinistra (nel P.S.I. ad esempio)
si troveranno a costituire lo zoccolo duro del centro-destra, come è anche vero
l’inverso a sinistra, dove invece numerose famiglie e personalità storicamente
democristiane vi “migreranno”.
Fac-simile delle elezioni del 1995 |
Ciò spiega la difficoltà oggettiva a delineare le appartenenze
politiche nel nostro paesello. Qui “la
mobilità” politica si è accentuata soprattutto con la fine dei partiti
quali suoi attori protagonisti e con la nascita della “foglia di fico” della civicità.
Non aiuta poi neanche la mancanza di sicuri riferimenti
nazionali. Scomparsi i partiti-chiesa fondanti il vecchio cdx (AN, CCD e FI), anche
quelli attuali sembrano essere moribondi e transitori, mentre dei nuovi ancora
si parla. In tale situazione è oggettivamente difficile che a livello locale i
politici di lungo corso prendano posizione. Piuttosto aspettano che la
situazione si chiarisca, limitandosi a coltivare rapporti personali con qualche
“potentato” d’Oltresele.
Possiamo, però, comunque tentare di delineare delle “aree”
e delle “appartenenze” approssimative nel centro-destra capaccese, che però non
vanno viste come assolute, perché, come dicevamo, il politicante capaccese da
solo o in gruppo è sempre attento ai riposizionarsi cogliendo l’attimo. Bisogna,
poi, tener presente anche un altro fattore che pare complicare le cose: la
dicotomia conflittuale tutta salernitana tra l’on. Mara Carfagna e l’on. Edmondo Cirielli.
Questione di
sfumature.
Così vediamo a livello locale frequentazioni salernitane e
romane del tutto personali, sia tra i componenti civici di destra, che tra
quelli che si vorrebbero presentare come alternativi o d’opposizione. Il tutto
con varie sfumature: da chi pare avere una linea più chiara sulle appartenenze
e le frequentazioni ad altri invece più altalenanti, sino ad arrivare alla
categoria del “doppio giochista”.
(1) Chiarisco: con "orticoltore" intendo che fu un attento coltivatore del suo orticello.
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