giovedì 16 marzo 2017

IL BORSINO N°3 DEI CANDIDATI SINDACI ALLE AMMINISTRATIVE 2017.

 Se per Aristotele "l’uomo è per natura un animale politico" è anche vero che la politica è la seconda professione più antica del mondo. 
Troppo spesso, però, assomiglia anche troppo alla prima.
(Neromalpelo)




Questa settimana è stata ricca di avvenimenti.
Gli eventi cominciano ad accelerare e la situazione politico-elettorale a chiarirsi e a definirsi spesso con non poco imbarazzo per i suoi stessi protagonisti.

8. Gennaro De Caro. 
Fallito il tentativo di realizzare un'alternativa di sinistra, non pochi tra coloro che storicamente gli sono sempre stati vicini, oggi, meditano di andare altrove (e forse già lo sono).
Voci insistenti indicano un suo possibile ritiro.


7. Antonio De Rosa.
Giustamente ci crede. Professionista stimato, è da sempre impegnato nella nostra comunità. Prima con il Circolo Noi, poi quale animatore ed editore della più importante testata giornalistica locale: Menabò. Di cui, in verità, si sente la mancanza.
Al suo attivo anche l'esperienza politica ed amministrativa con il P.R.I..
Si pone come alternativa al già visto con il suo "Movimento 100 Sindaci per Capaccio Paestum".
Si dichiara aperto al confronto con altri candidati, liste e movimenti, sempre però che tutti convergano su di lui. Di fatto è fallito ogni tentativo di dialogo con gli altri candidati. Cosa scontata data l'indisponibilità a fare un passo indietro di tutti i candidati, che più che cercare di fare sintesi (mettendosi ciascuno in discussione) immaginavano piuttosto delle "annessioni".
Pronto anche il suo sito internet www.centosindaci.it.
La domanda è se riuscirà a conquistare il cuore degli elettori capaccesi e a far decollare la sua proposta politica.

6. Angelo Quaglia.
Ha passato il Rubicone.
Indiscrezioni vogliono che abbia già pronta la squadra di governo del paese (almeno tre assessori tecnici) e che la sottoporrà al vaglio degli elettori prima del voto. Pronto anche il programma delle sua "Svolta Civica",  diffuso in questi giorni anche in rete.
Si dichiara nemico della "Banda Schettino", cioè di coloro, che oggi avversari anche tra loro, hanno però condiviso insieme l'azione di governo nella uscente amministrazione facendo di Capaccio "un paese per malati" e reso l'ente comune "una bancarella del torrone e dello zucchero filato".
Scettico anche con "il piccione colonizzatore", del quale è convinto che verrà fermato dai Capaccesi sulla linea del Solofrone rispedendolo "nel paesello natio a godersi la prossima pensione".
Ed aggiunge: "il nostro paese non ha bisogno di amministratori delegati", con ovvio riferimento alla voce che vorrebbe "il piccione" appoggiato dal vicino sindaco di Agropoli, Franco Alfieri, il quale mirerebbe a costruirsi una rete di amministratori sul territorio che gli consentano la volata alla Camera dei Deputati o più probabilmente al Senato (alla Camera c'è l'agropolese Sabrina Capozzolo, ma non si può mai sapere..) alle prossime elezioni politiche.

5. Franco Palumbo.
E' stato il fulmine a ciel sereno di queste elezioni amministrative.
Inaspettato, ha spiazzato non poco i duellanti per lo scranno di primo cittadino, riuscendo anche a riscuotere un positivo consenso di pubblico.
Al suo attivo l'ottima amministrazione di Giungano, confinante paesino cilentano di Capaccio Paestum.
E' riuscito ad imporsi anche mediaticamente rispetto ad altri candidati che paiono arrancare nell'inseguirlo. Abile anche nella sortita in campo avverso. Ha portato dalla sua Nino Pagano, consigliere uscente del PD, ed a comparire, con una straordinaria operazione di marketing e di risiko politico, al congresso del PD al Lingotto, mettendo così in forse la partecipazione di quel partito con una propria lista alla coalizione di Italo Voza.
Malgrado lo scetticismo iniziale di molti, dovuta alla ben nota diaspora di tanti piddini nelle diverse coalizioni e all'indisponibilità di non pochi altri a candidarsi, la lista del partito con Voza sembrava invece cosa quasi fatta.
La dirigenza provinciale aveva posto come condizione preliminare perchè si potesse discutere di un'eventuale ingresso del PD nella coalizione di Italo Voza, che vi fosse una lista già pronta (che pare sia praticamente già pronta) oltre ad altre condizioni che avrebbero dovuto caratterizzare la proposta politica della coalizione.
Paradossalmente Nino Pagano, che tanto si era speso per caratterizzare politicamente la giunta Voza, finendo anche ostracizzato e costretto all'opposizione,  oggi si trova ad abbracciare un altro progetto politico, malgrado proprio lui avesse lavorato fino all'ultimo per una riconciliazione col Sindaco, provocando, in una degli ultimi direttivi, anche le dimissioni dell'ex segretario del partito, Emanuele Sica, che tali ipotesi pare abbia avversato non ritenendo che vi fossero più le condizioni.
Oggi pare che le condizioni per l'attribuzione del simbolo siano le primarie.
Situazione, che potrebbe rimettere in gara De Caro (ed anche in gioco qualche novello iscritto), ma apparentemente impraticabile perchè metterebbe in discussione le coalizioni di Italo Voza e Franco Palumbo, che si sono presentate come civiche, aggregando anche elementi di aree politiche ben diverse.
Ma se il PD piange, Forza Italia non ride.
Il locale circolo di FI pare sia schierato con Franco Palumbo, anche se il direttivo provinciale non ha dato la disponibilità del simbolo preferendo che la partecipazione alla coalizione fosse nella forma della civicità.
La recente partecipazione di Palumbo alla convention nazionale del PD avrà creato a posteriori qualche imbarazzo? Specie con un concorrente candidato sindaco che è stato il responsabile locale del PDL?
Intanto insistenti voci vogliono che il "podestà forestiero" sia oggi impegnato in una fortissima azione di pressing su "grandi elettori" e candidati anche delle coalizioni avversarie per portarli dalla sua parte.
Di certo Palumbo sta mostrando di sapersi muovere nella palude politica capaccese, come nei luoghi che contano oltre Sele.

4. Antonio Bernardi.
Il Movimento Cinque Stelle: ovvero Davide e Golia.
Esaurito l'effetto novità della candidatura del giovanissimo Antonio Bernardi, il movimento si sta impegnando nell'elaborazione di un programma che sarà partecipato, cioè aperto al contributo dei cittadini. Non quindi qualcosa che cala dall'alto, ma che vuole essere espressione della società capaccese, delle sue esigenze, necessità ed aspirazioni.
Oggi si stanno confrontando con cittadini, imprenditori ed associazioni.
Certo i pentastellati partono svantaggiati a causa di una legge elettorale che per le amministrative favorisce le coalizioni e di una realtà, quella locale, dove il voto di opinione non è sempre stato vincente. Debbono necessariamente fare il pienone con la loro lista certificata per poter portarsi in zona utile per un eventuale ballottaggio.
Situazione impari, ma è anche vero che con il loro attivismo sono riusciti a conquistare il cuore di tanti Capaccesi-Pestani, che guardano a loro come ad una speranza di rinnovamento della politica locale, di cambiamento e di rilancio del nostro paese.

3. Nicola Ragni. 
Ormai i motori sono a pressione.
Il viso sorridente e piacione di Ragni è già visibile sui manifesti per le vie della nostra cittadina.
La corazzata ha preso il largo, anche se qualche malizioso ipotizza sia di "formato tascabile".
Anche Ragni pare abbia, attraverso via diplomatica, tentato di aggregare alcuni dei candidati sindaci, ma sembra che anche nel suo caso le lusinghe non abbiano sortito alcun effetto.
Malgrado ciò è un uomo concreto che sa motivare e aggregare su progetti di scopo.
Infatti in passato è riuscito, più volte, non solo a rimescolare le carte a suo vantaggio nelle scorse elezioni, ma anche a dare colore a grigie opposizioni riuscendo così a far cadere avversari che apparivano forti ed invincibili.
Ci riuscirà anche stavolta?

2. Francesco Sica
Sta lavorando al programma.
Una fitta serie d'incontri pubblici con cittadini, tecnici, imprenditori ed associazione sono il passaggio voluto per la sua messa a punto.
E' in crescita. Riesce ad accreditarsi tra la gente ed ad aggregare sulla sua persona.
E' ora il principale concorrente del sindaco uscente, malgrado abbia condiviso con lui una stagione amministrativa. A detta di molti ha lavorato bene come assessore.
Franco Sica ci crede in una sua possibile vittoria, sino al punto da essersi imposto sul fratello, Enzo, altro papabile candidato della prima ora, costringendolo a defilarsi e a ripiegare, forse, su altre mete politiche (cosa che tra le altre cose spiegherebbe anche il suo tesseramento nel PD).
Dalla parte di Franco Sica anche un altro punto di forza.
Se si dovesse arrivare al ballottaggio, come molti pensano, in mancanza di una maggiore semplificazione del quadro politico è proprio Franco Sica, se tra i contendenti finali dovesse esserci lui, che ha più possibilità di aggregare i candidati sindaci e le loro coalizioni non vincenti al primo turno in vista della battaglia finale. Cosa di cui né Ragni e né Palumbo possono invece essere certi. Quanto al M5S sappiamo che non si apparenterà con nessuno, preferendo, se sconfitto al primo turno, mirare ai banchi dell'opposizione. Sempre che i numeri li aiutino.

1. Italo Voza.
A quanto pare la connotazione di sinistra della sua coalizione con l'entrata del PD potrebbe non farsi.
Era tutto pronto compresa la lista. Nino Pagano, vincente, che era riuscito ad imporre la marcia di riavvicinamento del locale circolo col Sindaco, cambia in corsa la casacca e si riposiziona con Palumbo. Come Penelope disfa la tela intessuta durante anni di dura opposizione, come dire in vista del traguardo cambia percorso. Con lui anche Lucio Conforti che pur  doveva essere assessore in una giunta Voza però mai decollata.
Di certo ora Italo Voza potrà non sentirsi più rinfacciare per la multiformità politica della sua coalizione, visto che anche Palumbo aggrega a destra e manca di tutto di più.
Comunque sia, anche senza l'ingresso del Partito Democratico, la coalizione del sindaco uscente rimane quella da sconfiggere per chi voglia ambire al governo del paese.
Questa coalizione è sicuramente ben diversa da quella che aveva portato Voza alla vittoria.
Non pochi di coloro che erano con lui ora giocano in campo avverso. Di converso non pochi sono anche i nuovi acquisti. Ma questa novità non viene però percepita dai capaccesi, che continuano a vedere in Voza l'elemento di continuità, malgrado non pochi aspetti positivi, di un'azione amministrativa caratterizzata da forti conflittualità (ad esempio il referendum sul cambio di denominazione) e da passaggi amministrativi apparsi alla comunità come poco chiari (la centrale a biomasse).
La pubblicazione di un rendiconto delle cose fatte da questa amministrazione, come annunciato, riuscirà a vincere un pregiudizio fortemente radicato?


ATTENZIONE!
Il presente borsino non ha alcun fondamento scientifico, non è frutto di sondaggi, ma semplicemente dell'analisi dei fatti, di deduzioni ed intuizioni personali.
Come tale fotograferebbe la situazione del momento e quindi sarà aggiornato costantemente.
Non vuole essere altro che un'ulteriore occasione di discussione e di riflessione sulle prossime elezioni amministrative.

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