sabato 19 marzo 2011
Si continua a discutere di energia nucleare o rinnovabili, ma si fa avanti un insospettabile terzo incomodo...
Energie alternative...
Si parla sempre e solo di nucleare tradizionale (quello a fissione, perchè in questo affare girano milioni di euro) o di eolico e fotovoltaico, che però, oggi, sono convenienti solo perchè sovvenzionati, pur rimanendo una possibile concreta alternativa da perseguire, proprio perchè rinnovabili.
Rubbia, poi, parla di nucleare al Torio, ancora sperimentale, ma molto più conveniente economicamente e meno pericoloso di quello all'uranio.
Ma esiste un'altra alternativa: la cosiddetta "fusione nucleare fredda".
Passata alla storia come una bufala (gli esperimenti di Fleischmann e Pons non furono replicabili), oggi in realtà, diversi esperimenti sembrano dimostrare il contrario (dagli esperimenti di Antonella De Ninno presso l'ENEA di Frascati, a quelli di Fritz G. Will del Department of Chemical and Fuels Engineering, Università di Salt Lake City, nello Utah, dei giapponesi Ohmori e Mizuno sull'elettrolisi al plasma, della Marina USA contenuto nel Technical Report 1862, del giapponese Yoshiaki Arata, di Piantelli e Focardi, sino agli ultimi sempre all'ENEA di Frascati).
Anzi sono numerosi anche le aziende importanti che investono in tali ricerche, ma nel più assoluto riserbo.
Perchè?
Semplice. Da una parte l'assoluto discredito che ebbe l'esperimento di Fleischmann e Pons, che portò universalmente ad identificare la fusione nucleare fredda come una bufala, dall'altra le resistenza a cambiare, sia di coloro che sono interessati a che nuove tecnologie non si sviluppino, perché detentori delle "vecchie", come di quanti hanno interesse a speculare sul fiume di soldi che girano intorno al nucleare e alla ricerca sulla fusione calda.
Ma vi sono anche altri tipi d'interesse che vanno esattamente nella direzione opposta.
Vi è chi ha interesse a tenere tali ricerche in ambiti circoscritti sia per averne il vantaggio di esserne i primi a svilupparle (brevetti), sia da parte di chi vi intravede nuove possibilità di sviluppo di armi, come mini-testate nucleari, che rientrebbero per le loro dimensioni nell'armamento convenzionale..
E ciò spiegherebbe anche i tentativi di affossamento di tali ricerche o il loro dirottamento presso determinati gruppi di ricercatori.
Rai News 24 ha effettuato un'inchiesta sugli studi condotti in Italia sulla fusione fredda. I ricercatori hanno annunciato di aver generato molta energia con spese minime. Sembrerebbe possibile costruire il proprio "generatore di corrente" fatto in casa caratterizzato da un basso costo e da un'elevata resa. Possibile?
Non vi resta che vedere l'interessante video.
Format:
Parte 1
Parte 2
Parte 3
Wikio
venerdì 18 marzo 2011
SEI UN FURBO O SEI UN FESSO? OSSIA IL CODICE DELLA VITA ITALIANA
Sei un furbo o un fesso? Questo il provocatorio incipit del "Codice della vita Italiana" di Giuseppe Prezzolini. Un grande intellettuale italiano del secolo scorso, ahimè,oggi ai più disconosciuto specie, con grande danno al nostro paese, dalla sua stessa parte politica.
Il senso di quest' opera semplice, provocatoria, disillusa e forse paradossale nel sue stesse parole:
"Tra legge scritta e legge vissuta tutti sappiamo che differenza passa. ... Lo abbiamo imparato a spese nostre, lo sa la nostra testa, che ha ripetutamente urtato contro quanto ignorava; lo sanno le nostre spalle, che di questa ignoranza hanno portato il peso!
E perché non cerchiamo di togliere ai giovani la parte più grave di tale noviziato?
Perché non proviamo insegnare loro in che paese sono nati, quali ostacoli troveranno, quante strade hanno aperte?
Ho cercato di esporre in poche formule alcune degli aspetti realistici della nostra vita e delle consuetudini della gran maggioranza degli Italiani."
1
I cittadini italiani si dividono in due categorie: i furbi e i fessi.
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Non c'e definizione di fesso. Però: se uno paga il biglietto intero in ferrovia; non entra gratis a teatro; non ha un commentatore zio, amico della moglie, e potente sulla magistratura e nella pubblica istruzione, ecc., non è massone o gesuita; dichiara all'agente dell'imposte il suo vero reddito; mantiene la parola data a costo di perderci, eccetera: questi è un fesso.
3
I furbi non usano mai parole chiare. I fessi qualche volta.
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Non bisogna confondere il furbo con l'intelligente. L'intelligente è spesso fesso anche lui.
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Il furbo è sempre in un posto che si è meritato non per le sue capacità, ma per la sua abilità di fingere di averle.
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Colui che sa, è un fesso. Colui che riesce senza sapere è un furbo.
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I fessi hanno dei principi. I furbi soltanto dei fini.
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Dovere: è quella parola che si trova nelle orazioni solenni dei furbi quando vogliono che i fessi marcino per loro.
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L'Italia va avanti perchè ci sono i fessi. I fessi lavorano, pagano, crepano. Chi fa la figura di mandare avanti L'Italia sono i furbi che non fanno nulla, spendono e se la godono.
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Ci sono fessi intelligenti e colti, che vorrebbero mandare via i furbi.
Ma non possono:
1)perchè sono fessi;
2) perchè gli altri fessi sono stupidi ed incolti, e non li capiscono.
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Per andare avanti ci sono due sistemi.
Uno è buono l'altro è migliore.
Il primo è leccare i furbi. Ma riesce meglio il secondo che consiste nel far loro paura: 1) perchè non c'è furbo che non abbia qualche marachella da nascondere; perchè non c'è furbo che preferisca il quieto vivere alla lotta e l'associazione con gli altri briganti alla guerra contro questi.
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Il fesso si interessa al problema della produzione della ricchezza. Il furbo soprattutto a quello della distribuzione.
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L'Italiano ha un tale culto della furbizia, che arriva anche all'ammirazione di chi si ne serve a suo danno. Il furbo è in alto in Italia non soltanto per la propria furbizia, ma per la reverenza che l'Italiano in generale ha della furbizia stessa, alla quale principalmente fa appello per la riscossa e la vendetta. Nella famiglia, nelle scuole, nelle carriere, l'esempio e la dottrina corrente, che non si trova nei libri, insegnano i sistemi della furbizia. la vittima si lamenta della furbizia che l'ha colpita, ma in cuor suo si ripromette di imparare la lezione per un'altra occasione. La diffidenza degli umili che si riscontra in quasi tutta Italia, è appunto l'effetto di un secolare dominio dei furbi, contro i quali la corbelleria dei più si è andata corazzando di una corteccia di silenzio e di ottuso sospetto, non sufficiente, però, a porli al riparo dalle sempre nuove scaltrezze di quelli.
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Non è vero in modo assoluto, che in Italia non esiste giustizia. E' invece cero che non bisogna mai chiederla al giudice, bensì' al deputato, al ministro, al giornalista, all'avvocato influente, eccetera.
La cosa si può trovare: l'indirizzo è sbagliato.
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In Italia non si può ottenere nulla per le vie legali, neanche le cose legali.
Anche queste si hanno per via illecita: favore, raccomandazione, pressione, ricatto, eccetera.
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L'Italia non è né democratica né aristocratica.
E' anarchica.
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Tutto il male dell'Italia viene dall'anarchia.
Ma anche tutto il bene.
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In Italia contro l'arbitrio che viene dall'alto non si è trovato altro rimedio che la disobbedienza che viene dal basso.
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In Italia il governo non comanda.
In generale in Italia nessuno comanda, ma tutti si impongono.
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I ministri non sono scelti perché persone competenti nell'agricoltura, nei lavori pubblici, nelle finanze, nelle poste e telecomunicazioni, bensì perché piemontesi, liguri, lombardi, toscani, siciliani, abruzzesi; o perché appartenenti al gruppo a, b, c. Si è ministri non per quello che si è fatto, ma per il dialetto che si capisce, per il gergo parlamentare che si parla. Quello deriva in gran parte dal concetto dell'ingiustizia distributiva.
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Il valore degli incarichi non sempre corrisponde alla realtà. Molto spesso il piantone conta più del colonnello, l'usciere ne sa di più del ministro, il segretario può quello che il cardinale non osa, e così via.
Nelle piazze e nei salotti la conoscenza di questo "annuario segreto" delle potenze, forma uno punti indispensabili per fare carriera.
Rivolgersi al principale, senza passare per la succursale, è uno dei più comuni errori dei novizi della vita italiana.
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Wikio
giovedì 17 marzo 2011
Poltrone tricolori: l'Unità d'Italia è anche questo. Ovvero ipocrisie, verità e opportunismi all'ombra del Tricolore.
Tricolore originale che l'amico Maurizio Paolillo ha immortalato a Capaccio Scalo (SA).
Spunto per una riflessione sull'unità della casta.
La sedia come simbolo del potere.
Il tricolore (ma anche l'ideologia, ecc.) come paravento per nascondere di tutto di più.
La Lega che insorge contro Roma ladrona, che si inventa una patria mitica (la Padania) ed una volta divenuta "potere" diventa anch'essa "casta".
I Neo-borbonici, che vorrebbero esaltare un mitico (e mai esistito) passato da paese del bengodi utilizzando una dialettica speculare ed opposta a quella dei loro fratelli del Nord (il Sud parassita-il Nord ladrone, il Sud assistito-il Nord che si sviluppa a danno del Sud, ecc.).
Uno Stato, quello Italiano, nato male e cresciuto peggio. Uno Stato non fondato su un patto associativo come in Germania, ma nato dall'annessione del resto del Paese ad un piccolo statarello, il Piemonte Sabaudo, dove la classe dirigente non parlava neanche l'italiano, ma il francese.
Uno Stato, che tra i suoi padri fondatori annovera accanto a Mazzini, morto esule e povero, anche un Garibaldi, che non disdegnava "intascarsi" anche qualcosa.
Uno Stato, che si è formato sulla "rapina" e "sottomissione" di una parte del Paese sull'altra.
Un Stato, che si è formato sull'accordo con la malavita organizzata del tempo (e poi?) sui territori annessi, attraverso l'azione di società segrete e di suoi esponenti (ma anche dopo..).
Uno Stato che ha visto la Chiesa opporsi alla sua formazione e poi divenire colonna portante del potere costituito con diverse invasioni di campo (stato laico o confessionale?) .
Uno Paese che ha visto Gramsci, fondatore del P.C.I. marcire in galera e i comunisti italiani spartirsi il potere e sottopotere per tutta la storia della repubblica.
Un Paese dove i potentati economici o meglio la rendita parassitaria pesa e determina scelte ed obiettivi.
Un Paese dove l'impresa (chi produce) e lo stipendiato sono quelli che subiscono sempre.
L'Italia della finanza del Nord, di quella Vaticana e di quella Massonica (che sono le vere padrone del Paese).
L'Italia del "Piano di Rinascita Nazionale".
L'Italia delle clientele e dei "carrozzoni" di sinistra, centro e destra.
L'Italia delle "cricche e consorterie".
L'Italia del bunga bunga.
L'Italia del Gatto e la Volpe e dei Pinocchi.
L'Italia delle escorts, degli yesmen, dei furbi e dei fessi.
L'Italia dei precari, degli sfruttati, dei disoccupati, dei troppo vecchi per trovare lavoro, di chi porta il pane a casa se ci riesce, di quelli che non arrivano al 27 del mese, di chi evade ...
L'Italia sarà tutto questo, ma è sempre il mio Paese.
W l'Italia, comunque e sempre!
Wikio
giovedì 10 marzo 2011
A VOLTE RITORNANO
L'autore è il già sindaco, Giuseppe Pace, che rivolge l'invito a scendere in campo per le prossime elezioni amministrative comunali al già senatore e già sindaco, Gaetano Fasolino. Come dire a volte ritornano...
In verità la cosa non mi ha sorpreso nei suoi contenuti, se non per la teatralità della forma.
Al di là dell'estemporaneo "gioco delle parti", era cosa nota che il già parlamentare Gaetano Fasolino ambisse a chiudere la sua brillante carriera politica con una sindacatura proprio nel paese che tanto gli ha dato in termini politici ed elettorali.
Come dire la ciliegina sulla torta o meglio il suggello di una lunga e fortunata avventura politica che l'ha visto quale attore protagonista delle vicende nostrane come dei massimi livelli istituzionali e politici.
Sono sicuro che è sua intenzione dare con questa ultima sua candidatura, qualora fosse eletto, il meglio della sua esperienza di navigato amministratore e politico accorto. Un modo spettacolare per uscire di scena ed essere ricordato dai suoi concittadini meglio di quanto lo sia oggi per la sua attività pregressa.
Ho visto, in verità, alla lettura di quel volantino qualcuno storcere il naso e affermare cose irripetibili in questo blog. Una di queste era relativa all'età anagrafica e politica degli interessati....a dirla in maniera forbita da "giurassico"!
Debbo però dire che è forviante porre l'età come elemento di discrimine di un buon amministratore.
Proprio Fasolino e Pace furono testimoni di un traumatico rinnovamento generazionale che avvenne proprio tra la fine degli anni "70 e l'inizio del decennio successivo, al quale ne seguì un altro altrettanto significativo con l'avvento delle civiche e della prima sindacatura Marino.
In tal senso Fasolino può essere definito con Pasquale Marino e Paolo Paolino un sopravvissuto ad una stagione del passato, ma ciò non toglie nulla alla validità dei politici e degli amministratori.
Ogni qualvolta si è affacciata una nuova generazione di politici lo slogan, ufficiale o ufficioso che fosse, era quello di mandare a casa il "vecchio". La storia, per chi la guarda poi con attenzione, ci testimonia invece solo un cambio di persone ma non di pratiche e di pensiero.
Senza scomodare Dionisio, tiranno di Siracusa, e la celeberrima vecchietta posso per esperienza dire che molti dei cosiddetti "giovani" alla prova dei fatti si sono rivelati "più vecchi dei vecchi".
Daltraparte se andiamo ad analizzare l'età anagrafica dei possibili candidati più accreditati alla poltrona di sindaco al di là dei già summenzionati "giovanotti", abbiamo Italo Voza, Enzo Sica, Nicola Ragni... cioè politici non certo ragazzini, ma sicuramente prossimi o sui cinquant'anni.
Resta comunque qualche perplessità per il volantino-invito sottoscritto da Pace, che davavamo per sua stessa ammissione pubblica, dopo una vita passata nelle file degli irriducibile ed orgogliosissimi ultimi socialisti in quelle dei sempre antagonisti democristiani, nella fattispecie dell'UDC, a cui lo stesso N. Ragni appartiene.
Forse l'uscita dai ranghi del partito di M. Miano a tutela della poltrona assessoriale in Provincia ha determinato una nuova collocazione del clan familiare.
Lo stesso Miano da tempo accasato a Capaccio potrebbe essere un possibile candidato se decidesse di non correre in quel di Roccadaspiede contro l'amico di sempre Gerolamo Auricchio.
Ma sicuramente il più giovane dei contenders è l'attuale assessore provinciale Antonio Fasolino.
Di lui sicuramente si può dire che è giovane, come anche che non gli mancano esperienza e capacità. Sembra però, che il giovane Fasolino sia proiettato verso ben altre mete. Di fatto da lui mai abbiamo sentito un'opinione o una presa di posizione chiara e netta sui tanti temi all'ordine del giorno dell'agenda politica capaccese, come parentopoli o il PUC. Anzi si potrebbe quasi pensare che se ne tenga ben lontano. Di certo nelle scorse amministrative comunali non partecipò alla formazione dello schiaramento di centro-destra nelle sue diverse articolazioni.
Solo un'altra nota. Pace non può parificare quanto avvenne alla fine degli anni "70 con quanto accade oggi. Allora si trattava di uno scontro tra diverse visioni ideali e ideologiche alla luce dell'azione amministrativa. Oggi invece siamo alla mera denuncia di ipotesi di storture dell'azione amministrativa: conflitti d'interesse, clientelismo e spreco del pubblico denaro, cattiva amministrazione della cosa pubblica, cioè con pratiche che ben poco hanno a che vedere con la Politica, quella vera!
La foto è tratta da sito di Stile Tv
Per capirne di più: i link:
Pace invoca candidatura di Fasolino a sindaco, Stile Tv, Mercoledì 09 Marzo 2011 12:52 Comunicato Stampa
Pace "chiama" Fasolino, la Città di Salerno, 10 marzo 2011 — pagina 27 sezione: Nazionale
martedì 8 marzo 2011
UN FIUME DI MILIARDI SPORCHI DIETRO LE VILLETTE DI PAESTUM
Da allora molto tempo è passato. Sicuramente non esiste un clan camorristico attivo sul nostro territorio come quello Marandino di quegli anni, ma ciò non significa affatto che la malavita organizzata non operi più a Paestum. Siamo sicuri che Capaccio non sia più luogo d'elezione di quelli che il già sen. Gaetano Fasolino ha definito "dei capitali che girano per la Campania e che devono comunque trovare una collocazione"?
Scartare la domanda aprioristicamente come ha fatto in questi giorni il vicesindaco Lorenzo Tarallo in un'intervista televisiva equivale a fare come lo struzzo: mettere la testa sotto la sabbia!
Infatti, non è detto che là dove non esiste un clan organizzato non vi sia comunque l'interesse della malavita quale luogo d'investimento. Anzi proprio perchè luogo-salvadanaio si farà in modo da non essere visibili, si agirà in modo discreto. Insomma chi si aspetta qualcosa di simile ai territori storicamente presidiati dalla camorra sbaglia. Qui i referenti vestono i panni degli insospettabili e proprio per questo non percepibili come strumenti di loschi affari.
"Affari"che non sono proposti con la pistola alla tempia, ma che si presentano come allettanti occasioni di arricchimento per inconsapevoli cittadini e amministratori pubblici.
Eppure i segnali ci sono. Numerosi sono i latitanti sorpresi dalle forze dell'ordine nella nostra zona. Cosa che indica che qui possono comunque godere di una rete di interessi e connivenze. Numerosi sono, poi, i beni sequestrati ai clan nel nostro territoro comunale (terreni, villette,...) di cui alcuni entrati anche nella disponibilità del Comune di Capaccio (per effetto dell'attuale legislazione anti-mafia). Beni-salvadanaio spesso emersi per le indagini delle procure non salernitane. Sono casi isolati? Non credo, ma comunque sono il segnale che i clan investono anche a Capaccio.
E in cosa opera ed investe la malavita "in giacca e cravatta"?
Gestione dei rifiuti, appalti, usura, edilizia, attività commerciali e turistiche.
Siamo sicuri che in questa vasta gamma di attività nessuna potrebbe trovare la nostra Paestum come luogo ideale d'interesse?
Concordo col Sindaco Marino quando dice che "il nostro territorio è ben presidiato da forze politiche e democratiche" , come anche escludo che consapevolmente si possa essere conniventi con interessi illeciti, ma proprio perchè spesso questi sono mascherati è difficile operare un distinguo ed avere certezze a riguardo.
Con ciò non voglio dire che si siano effettivamente favoriti degli interessi illeciti, ma che potrebbe avvenire senza averne sentore.
Infatti una cosa è dire "che non bisogna abbassare il livello di guardia" un'altra la pratica quotidiana specie quando poi si nega in maniera tassativa anche l'ipotesi "che nel nostro paese vi possano essere interessi della malavita", il che significa esattamente il contrario, ossia operare senza il minimo livello precauzionale.PER CAPIRNE DI PIU', I LINK:
Ermanno Corsi, UN FIUME DI MILIARDI SPORCHI DIETRO LE VILLETTE DI PAESTUM, la Repubblica, 09 gennaio 1987 — pagina 18 sezione: CRONACA
Tarallo: "Mente contorta dietro le minacce" , Stile TV, Martedì 08 Marzo 2011 15:22 Redazione
Intimidazioni ai consiglieri comunali di Capaccio, il Ce.S.Di.S interviene, di Glicerio Taurisano
Sicurezza e lettere minatorie, precisazioni del Ce. S. Di. S. Regione Campania, di Glicerio Taurisano
Minacce PUC, interrogazione di Cardiello, Stile TV, Giovedì 03 Marzo 2011 13:20 Redazione
Le reazioni, la Città di Salerno, 03 marzo 2011 — pagina 33 sezione: Nazionale
Le reazioni 2, la Città di Salerno, 03 marzo 2011 — pagina 39 sezione: Nazionale
Landolfi: "C'è nel Cilento più preoccupazione di quel che si vede", di M. A. Coppola • 09 marzo 2011 22:06, il Giornale oline del Cilento
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