Traggo questa riflessione del carissimo prof. Giuseppe Liuccio dal gruppo su FB "Amici di Paestum".
Lo posto perché come sempre coglie con intelligenza e lucidità la sostanza dei fatti.
Giuseppe Liuccio |
La proposta del sindaco Italo Voza di cambiare il nome di Capaccio Scalo in Nuova Paestum o Paestum Nuova, rivoluzionando la toponomastica del territori ha animato il dibattito, piuttosto vivace (anche con qualche battuta di pessimo gusto) tra i lettori di questo gruppo, a dimostrazione che la passione civile non è morta nel territorio.
La cosa va salutata con piacere.
Il tema impone una riflessione ampia,articolata ed approfondita, che, come promesso, mi riprometto di fare a breve.
Mi preme, però, sottolineare fin da subito alcuni concetti chiave a supporto delle mie conviunzioni:
1) Il nome di Paestum è patrimonio di tutta la piana e, vecchio o nuovo, non può essere ritagliato per una sola delle contrade, anche se la più popolosa.
2) forse ne avrebbero più diritto, allora, non fosse altro che per maggiore contiguità, Licinella, Borgo Nuovo, Cafasso, ecc. La verità che urge riammagliare tutte le contrade, trasformandole da "isole" in "arcipelago", dando ad ognuna un ruolo ed una funzione importante, con iniziative di socializzazione e di grande spessore culturale, legate alla storia e alla tradizione dei singoli territorio, come mi sono sforzato di proporre con una serie di articoli durante i mesi di campagna elettorale, perchè ogni contrada si senta parte integrante del tutto e vi si riconosca con orgoglio.
3) Capaccio Scalo, per la sua dimensione territoriale ed anagrafica, per la sua centralità topografica, per la funzionalità di alcuni servizi, ecc. va rivisitata e ridisegnata. Tanto per fare solo un esempio, Piazza Santini non assolve al ruolo di agorà frequentata e vissuta, perchè non è sentita come luogo di incontro e di socializzazione, non è centrale, è fredda, non è centro di attività commerciali o lo è poco, non è centro di attività culturali (la biblioteca della Sala Erica non ha dotazione libraria e non viene utilizzata per incontri settimanali (dibattiti, seminari, presentazione di libri, concerti, mostre ecc.). Forse la stessa chiesa non brilla per vivacità di catechesi o per iniziative di volontariato, la stessa Casa Comunale è fredda e frequentata il meno possibile dai cittadini, che non la sentono come casa propria, come accadeva al Vecchio Muncipio (che ha conosciuto caldi fremiti di passione civile) di Piazza Orologio e, in parte, anche alla alla nuova sede nel capoluogo. Lo stesso discorso si potrebbe fare per la stazione ferroviaria ferroviaria e così via.
4) la separatezza tra Paestum e Capaccio Paese,
con la latitanza, o quasi, dell'Amministrazione nei confronti delle
tante problematiche di quest'ultimo spesso emargina i Capaccesi al poco
gradevole ruolo di parenti poveri, come ho sottolineato più volte
evidenziando la separatezza della e tra le due località
A lungo andare, se i cittadini della collina dovessero realizzare che sono avvertiti e considerati come palla al piede per lo sviluppo dell'intero territorio potrebbero anche pensare ad una deleteria separazione consensuale e ad un referendum per la costituzione di un Comune autonomo. Il pericolo c'è e la tentazione è reale e concreta. io ho sentito fare discorsi e minacce in questa direzione
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