E' possibile costruire un'alternativa a Capaccio?
Il problema è che non servono alternative a.., ma di metodi e fini!
Intanto è difficile parlare, oggi, di alternativa di uomini. Bene o male sono tutte "riproposte" con qualche eccezione (significativa).
Ciò che colpisce è che Marino è stato il più prolifico dei papà.
Dall'amministrazione Marino 1 ad oggi non sono pochi coloro che devono il loro "esistere" proprio a lui anche se poi se ne sono staccati prendendo altre vie.
Sono ovunque....
Sono convinto da tempo che chi pensa di costruire un'alternativa a.... Marino si sbaglia di grosso! Il Sindaco ha seminato e non sono pochi quanti hanno "imparato l'arte e l'hanno messa da parte". Ma il dato più significativo è proprio che molto probabilmente non si candiderà, malgrado a tutt'oggi dica esattamente il contrario.
Allora questa alternativa?
Più che di sostanza sembra profilarsi tra aggregati e personalismi.
Infatti gli interpreti dei misteri dicono che «i portatori di ferule son molti, ma i Bacchi sono pochi».
Intanto quanti potrebbero essere protagonisti di un "reale cambiamento" restano al palo, tra mille dubbi e incertezze. Non pochi, poi, sono i tatticismi e le chiusure ad personam.
Ma analizziamole queste possibili "alternative"....
Allo stato, a mio parere, tre sono le possibili alternative come uomini:
Franco Sica, Antonio Palmieri e Antonio Fasolino.
Gli unici che potrebbero realmente aggregare.
Mimmo Nese lo vedo come una candidatura interessante ma senza possibilità.
Franco Palumbo non lo vedo vincente a Capaccio malgrado nella sua Giungano abbia fatto bene.
Esistono poi delle realtà "politiche" che potrebbero fare la loro parte.
Il gruppo di amici dell'ex senatore Gaetano Fasolino, il cui reale peso politico, oggi, è un'incognita. Di sicuro nel caso di una candidatura del nipote, Antonio, non avremmo dubbi che il senatore la sosterebbe a spada tratta.
Il gruppo dei professionisti della LIPA, che ha animato il dibattito pubblico sul PUC, il Piano casa, ecc., vede organizzarsi nel suo interno un movimento politico, Capaccio punto e a capo. Anche qui di certo vi sarebbe in un'eventuale coalizione un forte apporto programmatico ma è tutto da determinarsi quanto pesi elettoralmente. Probabilmente poco o nulla.
Vi è poi il gruppo di Futuro e Libertà, molto motivato che, però, oggi elettoralmente pesa anch'esso pochissimo.
Un discorso a parte per l'UDC che ambisce anch'esso ad un ruolo significativo nel paese.
Ne ha la possibilità. Si vocifera di un'eventuale candidatura dell'avv. Enzo Rubini. Indiscrezioni che non aggiungono nulla, se mai danno il segno dell'impasse in cui la possibile costruzione di un alternativa stia avvitandosi.
Altra candidatura ufficiosa, diciamo in fieri, è quella di Antonio Fasolino, che potrebbe sparigliare i giochi. Antonio ha in questi anni tenuto un profilo basso nel dibattito politico capaccese. Mai intervenuto in una delle tante querelles.
Forte del prestigio del suo incarico di assessore provinciale, potrebbe, su basi civiche, tentare un'ardita operazione. Mettere insieme anime ed appartenenze politiche diverse sino ad oggi anche divise o avversarie. Di certo potrebbe aggregare, a mia opinione, elementi dell'amministrazione Marino, parti del centro-destra capaccese , del centro-sinistra come anche aggregazioni civiche e d'altro genere. Potrebbe anche riuscire in mancanza della candidatura di Palmieri riuscirne a "catturare" il gruppo.
Altro scenario è una discesa in campo di Antonio Palmieri.
Di sicuro, col suo passato di buon amministratore (nel Consorzio di Bonifica e nella BCC di Capaccio) e di imprenditore di successo potrebbe riuscire aggregare al di fuori di contaminazioni e strane alchimie quanti vogliono realmente un'alternativa credibile per il nostro paesello.
Con Franco Sica, credo che Palmieri, sia la persona che potrebbe incarnare la novità ed il cambiamento soprattutto agli occhi dei nostri concittadini.
Nelle ultime elezioni abbiamo visto un candidato sindaco, Pasquale Marino, vincente ma non trainante, semmai invece trainato dalla sua coalizione.
Consapevolezza che un pò tutti coloro che, oggi, si propongono a sindaco hanno.
Da qui la necessità di aggregare su larghe basi creando coalizioni eterogenee.
Nel 1995 e nel 2004 invece furono i candidati sindaci a determinare la vittoria della coalizione.
Siamo sicuri che Antonio Palmieri e Franco Sica non siano altrettanto capaci di trovare consenso tra i nostri concittadini?