pubblicata da Giuseppe Liuccio sul suo profilo Fb, il giorno Giovedì 25 ottobre 2012 alle ore 23.26 ·
Capodifiume, Capaccio - Paestum (foto by Sergio Costa del Cilento) |
Resta, comunque, una risorsa da immettere nel circuito fecondo della fruizione turistica per una contrada, il Petrale, che per quelli della mia generazione fu il primo saluto di vita e di commercio della pianura, con il Sale-Tabacchi-Alimentari e Diversi, per quanti scendevano dalle colline dell'interno.
La vecchia cava dismessa, che dà il nome alla contrada,,è ferita bianca nel verde della collina e canta epopea di sudori e fatica. Reclama un progetto di rinaturalizzazione con un melograneto a sbalzo di terrazzamenti, punto di accoglienza con chiosco a degustazione dei derivati dei frutti e bacheche/legenda a recupero di storia e di arte nella prismaticità delle sue espressioni (letteratura, pittura ed iconografia in genere) di una pianta, che è sacra al territorio. Sarebbe una tappa obbligata del turismo scolastico a riscoperta e valorizzazione di una pagina tanto bella quanto trascurata della storia.
La strada procede sull'onda di dossi ed avvallamenti là dove cede il posto alla collina e Capaccio trasmigra verso Roccadaspide.. La macchina avanza tra strade interpoderali alla festa di masserie,,minuscoli borghi rurali e micro-imprese industriali e commerciali. a prefigurare uno spontaneo polo di attività economiche in rapida e feconda espansione, e che necessitano di un serio intervento di programmazione, sempre che si metta in atto un piano intercomunale di riordino territoriale con la responsabilità condivisa dei comuni interessati:Capaccio, Roccadaspide ed Albanella.La vasta e popolosa contrada reclama interventi di servizi ed iniziative di socializzante rivitalizzazione in grado di coinvolgere una popolazione con l'occhio strabico verso Matinelle, da un lato, e Ponte Barizzo, dall'altro, per sfuggire alla noia ed alla solitudine dei poderi dopo il lavoro.La contrada potrebbe essere la sede ideale per una mostra permanente sulla storia della Riforma Agraria e relativo Centro Studi, punto di riferimento per seminari e convegni su passato, presente e futuro dell'agricoltura della piana (A Borgo San Cesareo, per esempio). Intanto la macchina procede ancora zigzagante tra strade interpoderali a riscoperta di contrade (Tempa San Paolo, Scigliati), dove gli assegnatari di prima, seconda e terza generazione hanno fatto miracoli di lavoro, rendendo fecondi terreni incolti e pietrosi. E con nella mente e nel cuore una scheggia di utopia mi prefiguro itinerari del gusto attrezzati con soste assaggi di prodotti tipici, vari con il variare delle stagioni, trasformando masserie e poderi in punti vendita, a chilometro zero, e,naturalmente, di calda ospitalità. Sarebbe un modo originale e pratico per rivitalizzare le campagne e sottrarre i contadini all'isolamento-E la fantasia galoppa sull'onda dell'entusiasmo in una con la macchina che procede spedita per Via Sorvella a conquista di Ponte Barizzo, che, a margine di Sele, fu ed, in parte,, ancora è protagonista di un'altra storia
Ma mi tormenta un interrogativo amaro: può una popolazione decentrata e coriandolizzata tra tante mini-contrade e masserie essere privata finanche di una Stazione Ferroviaria,, come dovrebbe essere quella di Capaccio? Non mi sembra giusto, E certamente non lo è sul piano della convivenza civile e della più elementare logica della distribuzione territoriale e della efficienza dei moderni servizi di una comunità, che, tra l'altro, nel nome di Paestum è Patrimonio dell'Umanità. Ci pensino gli Amministratori a tutti i livelli e se ne facciano una ragione.
Giuseppe Liuccio
g.liuccio@alice.it
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