La stazione di Paestum (foto StileTV) |
Carissimo Giuseppe,
bene hai fatto a porre la questione della centralità e strategicità dell'attuale fermata dello scalo di Capaccio. La penso esattamente come te non è una questione peregrina né politica, nel senso di essere argomento di lotta e diatriba politica, almeno per noi.
La questione non è di oggi. Basta leggere qualche articolo degli ultimi anni, come farsi un giro sul web per appurarlo. E' cosa sentita non solo dai capaccesi-pestani, ma anche dalle comunità viciniori e limitrofe, come bene hai ricordato.
Il punto è proprio che la possibile stazione di PAESTUM NUOVA è centrale per lo sviluppo di un intero territorio "nel senso più ampio di quello solo di una località o di un singolo comune". In fondo i progetti, come quelli della città nuova, si sostanziano nelle scelte concrete. Diventano realtà e non mere utopie o spot quando si è coerenti nelle scelte, almeno al fine dichiarato.
Come ho già detto, la scelta dell'attuale amministrazione risponde all'esigenza di un recupero della fermata di Paestum, che oggi è una delle vie di arrivo alla Paestum Archeologica. Bene, dunque, ha fatto a cogliere la disponibilità di RFI ad una sua valorizzazione e recupero dall'attuale degrado. Come ben diceva il consigliere Paolillo, Paestum è una delle poche stazioni storiche italiane, quindi anch'essa elemento della storia della nostra località. Male farebbe, invece, l'amministrazione comunale se tali scelte corrispondessero ad un abbandono della fermata dello scalo di Capaccio, preludio ad una sua futura chiusura. Non è un mistero, che alcune scelte sin qui fatte dalle amministrazioni comunali siano funzionali alla scelte di RTI in relazione all'alta velocità, che hanno portato alla chiusura dei caselli, alla trasformazioni delle stazioni ferroviarie locali in fermate, a prediligere la vicina Agropoli. Il prossimo passo, infatti, potrebbe essere proprio lo smantellamento della fermata dello Scalo.
Sarebbe un errore per le ragioni indicate dal prof. Liuccio.
La fermata di Paestum è funzionale alla sola antica città archeologica, non all'intera comunità capaccese e a quelle viciniori. Non è strategica nelle progetto della città futura, che invece dovrebbe privilegiare l'altra, ma soprattutto è "morta", cioè senza ulteriori possibilità di sviluppi, legata come è a vincoli e a numerosi handicaps, quali quello dei collegamenti, in primis quello delle autolinee, che invece vede centrale lo scalo di Capaccio.
Ci auguriamo che l'amministrazione comunale fughi ogni sospetto di una possibile chiusura futura della fermata dello scalo, che è l'unica, come osservava giustamente Liuccio, che potrebbe riacquistare anche il livello di stazione ferroviaria, con la possibilità, oggi per le scelte di RTI soltanto ipotetica, di avere anche fermate per treni a lunga percorrenza. Ma che soprattutto si attivi per un recupero anche dell'altra fermata in un'ottica di trasformazione, in un prossimo futuro, in stazione. Sono tanti i cittadini che lo chiedono e che aspettano in tal senso risposta.enzodisirio
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