lunedì 19 novembre 2012

LA PAESTUM DI GIUSEPPE UNGARETTI

di Giuseppe Liuccio
 
Salvatore Quasimodo e Giuseppe Liuccio ad Amalfi
"La rosa di Pesto" registra l'incanto stupefatto di un testimone di eccezione, Giuseppe UNGARETTI, poeta-narratore, che, nel maggio del 1932, partì da Napoli per Paestum ed oltre, alla scoperta del Sud.
Il "viaggio" è un crescendo di sensazioni, di preparazione-attesa all'epifania finale. "il fumo bianchiccio" del treno", "i giardini di aranci e mandarini" di Pontecagnano, il massiccio degli Alburni su cui si si arrotola "un nuvolame berniniano sul quale un pittore di fantasia potrebbe mettere a sedere il Giudice, finalmente sulla strada di Giosafat",  " il colore di zolfo che dà la luce all'erba nelle campagne di Battipaglia"," gli speroni del Sottano e del Soprano -quei due monti uniti come un baco che s'alzi sulla sua foglia-" e che figurano una farfalla ubriaca di luce, " il grano che invade una piana da secoli desolata", "la miseria di tanerischi colla tenerezza del verde alle calcagne".
E, all'improvviso, il miracolo del tempio di Poseidone con "il timpano e le colonne doriche che ci mostrano un travertino cime un vetro infiammato" e "nel cuore della pietra brucia la luce che non consuma, e traspare la sua indifferenza sacra". E, ancora, gli altri due templi più tenui di colore, "d'un lavoro più grazioso, meno religioso"
A distanza di settant'anni quelle "colonne vuotate dai lunghi anni con i labirinti della carie" incantano  e commuovono sempre, soprattutto se la vampa del tramonto, a conflagrazione del cielo e del mare, ne accende le iridescenze dell'ocra.
Io non so quanti siano stati quest'anno i visitatori della Borsa Archeologica del Turismo. Certamente numerosi, come sempre.Spero che molti di loro si siano incantati allo spettacolo dei Templi dorici nella gloria della luce anche in questo weekend di metà novembre.
Dubito, però, che vi siano stati spinti dalla lettura della bella pagina di prosa poetica di un Grande della letteratura italiana ed europea.Non credo proprio che presso le postazioni dell'infopoint dell'accoglienza gli organizzatori abbiano fatto trovare agli ospiti questa chicca della pagina letteraria de  "La rosa di Pesto". E men che meno ci avrà pensato l'assessorato al Turismo  ed alla Cultura del Comune. Sarebbe per me una gran bella sorpresa essere smentito

Antologia di Ottone Rosai, Giuseppe Liuccio, Lelio Schiavone, Mario Parrilli, Alfonso Gatto. 7 dicembre 1972

Mi piacerebbe, però, che per il futuro questa attenzione si verificasse in occasione di eventi di respiro internazionale. Le pubblicazioni di prestigio, da cui estrapolare pagine di grande spessore letterario in grado di scatenare emozioni non mancano.
Ne suggerisco qualcuna al volo: La rosa di Pestoi di Ungaretti, appunto, Le Poesie e le Prose( Il miele di Paestum, i meloni gialli, ecc) di Alfonso Gatto, Le passeggiate  di Amedeo Maiuri e così via.
L'importante è che maturi negli amministratori e nella più vasta società civile la consapevolezza che la cultura, anche e, forse, soprattutto quella letteraria, non è un optional, di cui si può fare a meno, ma un grande valore aggiunto per la promozione del turismo di qualità.

g.liuccio@alice.it

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