mercoledì 22 agosto 2018

I FILOSOFI PITAGORICI DI POSEIDONIA.


Pitagorici celebrano il sorgere del sole di Fëdor Bronnikov, 1869.




Tutti sappiamo come Elea (Velia) sia stata sede di una delle più importanti scuole filosofiche dell'antichità, per l'appunto quella "Eleatica", poco noto, invece, è che anche Poseidonia ebbe una fiorente scuola pitagorica.

Infatti Giamblico di Calcide, Clemente di Alessandria ed Ippia di Regio citano numerosi "Philosophi Pythagorici" proprio di Poseidonia (Atamante, Simo, Prosseno, Cranao, Mie, Batilao, Fedone).


Tra questi uno, Thestor, fu ampiamente celebrato come esempio del legame di solidarietà e di fratellanza esistente tra i pitagorici.

Scrive infatti Giamblico di Calcide nella sua "Vita di Pitagora" che Asthor di Poseidonia avendo saputo che un confratello, Thymaridas di Paros, si era ridotto in estrema povertà, raccolse una grande somma di denaro e partì in quello che fu un avventuroso viaggio verso l'isola dell'arcipelago greco delle Cicladi.
Giunto a Paros riacquistò i beni del confratello ridandogli agio e benessere materiale.




domenica 12 agosto 2018

LO DICE LA SCIENZA: L'IMMUNITÀ DI GREGGE. (Piccolo vademecum per semicolti)


Chiariamo un punto: l' 'immunità di gregge" è una teoria scientifica e non una verità di fede.
Attenzione però!
Dire "teoria scientifica" non significa dire che essa è una mera opinione.
Anzi esattamente il contrario!

Una teoria scientifica è un "modello descrittivo" di un fenomeno, fondato su dati sperimentali.
In pratica una descrizione su basi matematiche che permette di comprendere e padroneggiare un fenomeno. Dalla "teoria", quindi, possiamo trarne spunti per sviluppare delle tecnologie o per fare delle previsioni sui fenomeni naturali. Ad esempio i "modelli" che usano i meteorologi per fare le loro previsioni del tempo.
In quanto teorie, quindi, non sono delle "verità", ma degli strumenti di conoscenza e di sviluppo di applicazioni concrete, che come tali sono quindi perfettibili, se non addirittura superabili da altre teorie scientifiche, come sempre è stato nella storia del progresso scientifico.

Nel caso specifico la teoria dell'immunità di gruppo ("Herd Immunity") si fonda su un principio intuitivo assolutamente condivisibile e cioè che in un "gruppo chiuso" aumentando il numero dei vaccinati dovrebbe diminuire la possibilità di contrarre quel tipo di malattia.

Su tale principio sono stati sviluppati diversi modelli matematici (di cui il più quotato in ambito epidemiologico è quello detto "SIR") che indirettamente dimostrano come aumentando il numero dei vaccinati aumenta la possibilità di arginare il contagio o addirittura auto-estinguere un'epidemia, o meglio, aumentando coloro che sono stati esposti alla malattia diminuisce la capacità della stessa di diffondersi.

Il ragionamento è assai semplice.
Man mano che aumentano i contagiati diminuiscono i soggetti sani e quindi i contagiabili. Paradossalmente quindi aumentando i contagiati, i quali o muoiono o guariscono divenendo immuni, diminuisce la possibilità di ulteriori contagi.
E qui entrano in gioco i vaccini, i quali facendo acquisire l'immunità a quella specifica malattia a sempre un maggior numero di soggetti ne diminuiscono fortemente la potenziale diffusione.

Quindi si presuppone una soglia minima di vaccinati, che di fatto impedisce a quel tipo di malattia di diffondersi ed innescare un'epidemia. Soglia minima, teorica, che varia a secondo del tipo di malattia.

Ma siamo, però, per l'appunto ad una formulazione teorica, ancora non dimostrata sperimentalmente, anche se numerose evidenze fanno pensare per induzione che la teoria sia valida.

Infatti la letteratura scientifica (quella vera) presenta numerosi studi come quelli condotti in Bangladesh sul colera, (Controlling endemic cholera with oral vaccinesHerd immunity conferred by killed oral cholera vaccines in Bangladesh: a reanalysis), due dei tantissimi, che permettono, sull'evidenza dei dati raccolti, di poter ipotizzare l'effettiva efficacia dei programmi di vaccinazione come forma di controllo delle epidemie sulla base dell'effetto gregge.

Di fatti in qualsiasi studio scientifico serio non troverete mai la dimostrazione scientifica dell'effetto gregge, come qualche divulgatore mediatico incautamente ci indurrebbe a pensare ("lo dice la scienza"), quanto accurate ipotesi, fondate sull'evidenza di dati raccolti e verificati scientificamente, che farebbero pensare alla sua fondatezza.

Chiarisco onde evitare malintesi in chi mi legge: personalmente, credo che i vaccini siano un importante presidio sanitario, e che come tali siano realmente efficaci quale strumento di profilassi. Penso che persino la vaccinazione obbligatoria sia fondamentale come strumento di salvaguardia della salute pubblica, anche se sono dubbioso su alcuni aspetti di natura etica e di diritto, come anche su alcune scelte metodologiche fatte dal legislatore.

Il punto che vorrei, invece, chiarire con questa mia riflessione è che quando qualcuno dice "lo dice la scienza", dice una inesattezza, sia sul piano della realtà che su quello epistemologico.

In ultimo: vaccinatevi, vaccinatevi, vaccinatevi!