sabato 21 settembre 2013

TRA LA SQUADRA ED IL COMPASSO


Un punto che permette un accostamento particolarmente significativo fra la tradizione estremo-orientale e le tradizioni iniziatiche occidentali, è quello riguardante il simbolismo del compasso e della squadra: questi strumenti, come abbiamo già indicato, corrispondono palesemente al cerchio e al quadrato,(1) ossia alle figure geometriche che rappresentano rispettivamente il Cielo e la Terra.(2) Nel simbolismo massonico, in conformità con questa corrispondenza, il compasso è normalmente posto in alto e la squadra in basso;(3) fra i due in genere è raffigurata la Stella fiammeggiante, che è un simbolo dell’Uomo,(4) più precisamente dell’«uomo rigenerato»,(5) e completa così la rappresentazione della Grande Triade. Inoltre, è detto che «un Maestro Massone si trova sempre tra la squadra e il compasso», cioè esattamente nel «luogo» in cui si inscrive la Stella fiammeggiante, luogo che è propriamente l’«Invariabile Mezzo»;(6) il Maestro è dunque in tal modo assimilato all’«uomo vero», posto fra la Terra e il Cielo a esercitare la funzione di «mediatore»; e questo è tanto più esatto in quanto, almeno simbolicamente e «virtualmente» se non effettivamente, il grado di Maestro rappresenta il compimento dei «piccoli misteri», di cui lo stato di «uomo vero» costituisce il termine;(7) si vede come qui abbiamo un simbolismo rigorosamente equivalente a quello da noi incontrato in precedenza, sotto parecchie forme diverse, nella tradizione estremo-orientale. 

Riguardo a quanto abbiamo detto sul carattere del grado di Maestro, faremo per inciso un’osservazione: tale carattere, che appartiene all’ultimo grado della Massoneria propriamente detta, è in perfetto accordo con il fatto che, come abbiamo indicato altrove, (8) le iniziazioni di mestiere e quelle che ne derivano si riferiscono propriamente ai «piccoli misteri». Bisogna peraltro aggiungere che, in quelli che vengono chiamati «alti gradi», costituiti da elementi di varia provenienza, vi sono alcuni riferimenti ai «grandi misteri», riferimenti tra i quali ce n’è almeno uno che si ricollega direttamente all’antica Massoneria operativa, e sta a indicare come quest’ultima aprisse almeno qualche spiraglio su ciò che si trova oltre il termine dei «piccoli misteri»: alludiamo alla distinzione che vien fatta, nella Massoneria anglosassone, fra la Square Masonry e l’Arch Masonry. In effetti, nel passaggio «from square to arch», o, come si diceva in modo equivalente nella Massoneria francese del Settecento, «dal triangolo al cerchio»,(9) si ritrova l’opposizione tra le figure quadrate (o più in generale rettilinee) e le figure circolari, in corrispondenza rispettivamente con la Terra e con il Cielo; può quindi trattarsi solo di un passaggio dallo stato umano, rappresentato dalla Terra, agli stati sopra-umani, rappresentati dal Cielo (o dai Cieli),(10) ossia di un passaggio dall’ambito dei «piccoli misteri» a quello dei «grandi misteri».(11)

Tornando all’accostamento che segnalavamo all’inizio, dobbiamo ancora dire che, nella tradizione estremo-orientale, il compasso e la squadra non soltanto sono implicitamente presupposti come strumenti atti a tracciare il cerchio e il quadrato, ma in certi casi vi appaiono espressamente, in particolare quali attributi di Fo-hi e di Niu-koua, come abbiamo già segnalato in altra occasione;(12) ma allora non abbiamo tenuto conto, di una particolarità che, a prima vista, può sembrare a tale riguardo un’anomalia e che ci resta da spiegare adesso. Infatti il compasso, simbolo «celeste», e quindi yang o maschile, appartiene propriamente a Fo-hi, e la squadra, simbolo «terrestre», e quindi yin o femminile, a Niu-koua; ma, quando sono rappresentati insieme e uniti per le loro code di serpente (in tal modo, corrispondendo esattamente ai due serpenti del caduceo), a portare la squadra è invece Fo-hi e il compasso Niu-koua.(13) Ciò in realtà si spiega con uno scambio paragonabile a quello di cui si è parlato in precedenza a proposito dei numeri «celesti» e «terrestri», scambio che, in simili casi, si può chiamare con la massima proprietà «ierogamico»;(14) non si vede in che modo il compasso, senza un simile scambio, potrebbe appartenere a Niu-koua,, tanto più che le azioni che le vengono attribuite la rappresentano mentre esercita soprattutto la funzione di assicurare la stabilità del mondo,(15) funzione che si riferisce appunto al lato «sostanziale» della manifestazione, e dato inoltre che nel simbolismo geometrico la stabilità è espressa dalla forma cubica.(16) Viceversa, in un certo senso, la squadra appartiene effettivamente a Fo-hi in quanto «Signore della Terra», che essa gli serve a misurare:(17) sotto tale aspetto, nel simbolismo massonico, egli corrisponde al «Venerabile Maestro che governa con la squadra» (the Worshipful Master who rules by the square);(18) la ragione di questo è che, considerato in se stesso e non più nella sua relazione con Niu-koua, egli è yin-yang in quanto ormai reintegrato nello stato e nella natura dell’«uomo primordiale». Da questo nuovo punto di vista, la stessa squadra assume un altro significato perché, formata com’è da due elementi disposti ad angolo retto, si potrà allora considerarla come la congiunzione dell’orizzontale e della verticale, le quali, in uno dei loro sensi, corrispondono rispettivamente, come abbiamo visto in precedenza, alla Terra e al Cielo, oltre che allo yin e allo yang in tutte le loro applicazioni; ed è poi per questo che, sempre nel simbolismo massonico, la squadra del Venerabile viene effettivamente considerata come l’unione o la sintesi della livella e del filo a piombo.(19)

Aggiungeremo un ultimo rilievo a proposito della raffigurazione di Fo-hi e di Niu-koua: il primo è collocato a sinistra e la seconda a destra,(20) in accordo con la preminenza solitamente attribuita alla sinistra sulla destra dalla tradizione estremo-orientale, preminenza di cui abbiamo fornito la spiegazione in un precedente capitolo.(21) In pari tempo, Fo-hi regge la squadra con la mano sinistra e Niu-koua regge il compasso con la mano destra; qui, dato il rispettivo significato del compasso e della squadra, si dovranno richiamare alla mente queste parole da noi già riportate: «La Via del Cielo preferisce la destra, la Via della Terra preferisce la sinistra».(22) Risulta perciò molto chiaro, in un siffatto esempio, come il simbolismo tradizionale sia sempre perfettamente coerente, ma anche come esso non si presti ad alcuna «sistematizzazione» più o meno ristretta, perché deve rispondere alla molteplicità dei punti di vista dai quali possiamo osservare le cose, ragione per cui dischiude possibilità di concezione realmente illimitate. 

  



NOTE:

1  Si noti come, in inglese, la parola square significhi sia squadra che quadrato; anche in cinese la parola fang ha entrambi i significati.  
2  Il modo in cui il compasso e la squadra sono disposti l’uno rispetto all’altra, nei tre gradi della Craft Masonry, mostra gli influssi celesti prima dominati dagli influssi terrestri, poi nell’atto di liberarsene gradualmente e infine a loro volta dominanti.  
3 Quando la posizione è invertita, il simbolo assume un significato particolare, da accostarsi all’inversione del simbolo alchemico dello zolfo operata al fine di rappresentare il compimento della «Grande Opera». Un altro possibile accostamento è quello con il simbolismo della XII lamina dei Tarocchi.  
4  La Stella fiammeggiante è una stella a cinque punte, e il 5 è il numero del «microcosmo»; del resto questa assimilazione è indicata espressamente nel caso in cui nella stella sia rappresentata la figura dell’uomo (la testa, le braccia e le gambe si identificano allora con le sue cinque punte), come si vede in particolare nel pentagramma di Agrippa.  
5  Secondo un antico rituale, «la Stella fiammeggiante è il simbolo del Massone (si potrebbe dire più in generale dell’iniziato) risplendente di luce in mezzo alle tenebre (del mondo profano)». È evidente l’allusione alle parole del Vangelo di san Giovanni (I, 5): «Et Lux in tenebris lucet, et tenebrae eam non comprehenderunt».  
 6 Non senza ragione, perciò, la Loggia dei Maestri è chiamata «Camera del Mezzo».  
7 In rapporto con la formula massonica appena citata, possiamo notare come l’espressione cinese «sotto il Cielo» (Tien-hia), che abbiamo già menzionata e che designa l’insieme del Cosmo, possa assumere, dal punto di vista propriamente iniziatico, un significato particolare, corrispondente a quello del «Tempio dello Spirito Santo, che è in ogni parte», e dove si riuniscono i Rosa-Croce, i quali sono anche gli «uomini veri» (cfr. Aperçus sur l’Initiation, capp. XXXVII e XXXVIII). In proposito ricorderemo anche che «il Cielo copre», e che per l’appunto i lavori massonici devono essere effettuati «al coperto»: del resto la Loggia è un’immagine del Cosmo (cfr. Le Roi du Monde, cap. VII).  
8 Aperçus sur l’Initiation, cap. XXXIX.
9 Qui il triangolo sta al posto del quadrato, essendo al pari di esso una figura rettilinea, e ciò non modifica assolutamente il simbolismo di cui stiamo parlando.  
10  A rigore, non si tratta dei veri e propri termini che sono così chiamati nella Grande Triade, ma di qualcosa che a essi corrisponde a un certo livello e che rientra nell’Universo manifestato, come nel caso del Tribhuvana: con la differenza però che la Terra, in quanto rappresenta lo stato umano nella sua integralità, dev’essere considerata inclusiva sia della Terra che dell’Atmosfera o «regione intermedia» del Tribhuvana.  
11  La volta celeste è la vera «volta di perfezione» cui si fa riferimento in alcuni gradi della Massoneria scozzese; speriamo comunque di poter svolgere in un altro studio le considerazioni di simbolismo architettonico che si riconnettono a questo problema.  
12 Le Règne de la Quantité et les Signes des Temps, cap. XX.  
13 Una simile inversione degli attributi non esiste invece nella figura ermetica del Rebis, dove il compasso è retto dalla metà maschile, associata al Sole, e la squadra dalla metà femminile, associata alla Luna. In merito alle corrispondenze del Sole e della Luna, rinviamo a quanto abbiamo detto in una nota precedente a proposito dei numeri 10 e 12, e, d’altra parte, anche alle parole della Tabula Smaragdina: «Il Sole è suo padre, la Luna è sua madre», che si riferiscono appunto al Rebis o «Androgino»: quest’ultimo infatti è la «cosa unica» nella quale sono riunite le «virtù del Cielo e della Terra» (unica certo nella sua essenza, ma doppia, res bina, nei suoi aspetti esterni, come la forza cosmica di cui abbiamo parlato in precedenza, forza cui simbolicamente alludono le code di serpente nella raffigurazione di Fo-hi e di Niu-koua).  
 14  Granet riconosce espressamente questo scambio per il compasso e la squadra (La Pensée chinoise, p.  
363 [trad. it. cit., p. 272]) come pure per i numeri dispari e pari; ciò avrebbe dovuto evitargli l’increscioso errore di definire il compasso un «emblema femminile», come egli fa in altra parte (nota della p. 267 [trad. it., p. 200]).
15 Si veda Le Règne de la Quantité et les Signes des Temps, cap. XXV.  
16 All’inversione degli attributi tra Fo-hi e Niu-koua si può accostare il fatto che, nella III e nella IV lamina dei Tarocchi, all’Imperatrice viene attribuito un simbolismo celeste (stelle) e all’Imperatore un simbolismo terrestre (pietra cubica); inoltre, numericamente e per l’ordine delle due lamine, l’Imperatrice risulta essere in corrispondenza con il 3, numero dispari, e l’Imperatore con il 4, numero pari, cosa che riproduce ancora la medesima inversione.  
17 Torneremo tra breve su questa misura della Terra, a proposito della disposizione del Ming-tang.  
18  L’Impero organizzato e retto da Fo-hi e dai suoi successori era costituito in modo da essere, come la Loggia nella Massoneria, un’immagine del Cosmo nel suo insieme.  
19 La livella e il filo a piombo sono i rispettivi attributi dei due Sorveglianti (Wardens), e in tal modo sono messi in diretta relazione con i due termini del complementarismo rappresentato dalle due colonne del Tempio di Salomone. È inoltre opportuno rilevare come, mentre la squadra di Fo-hi sembra essere formata da due elementi uguali, quella del Venerabile debba invece regolarmente avere degli elementi disuguali; tale differenza può corrispondere, in modo generale, a quella che esiste tra le forme di un quadrato e di un rettangolo più o meno allungato; ma, oltre a questo, la disuguaglianza degli elementi della squadra si riferisce più precisamente a un «segreto» della Massoneria operativa concernente la formazione del triangolo rettangolo i cui lati siano rispettivamente proporzionali ai numeri 3, 4 e 5, triangolo di cui comunque ritroveremo il simbolismo in uno dei prossimi capitoli.  
20  In questo caso, si tratta naturalmente della destra e della sinistra dei personaggi, e non di quelle di chi guarda.  
21  Nella figura del Rebis, la metà maschile è invece a destra e la metà femminile a sinistra; questa figura peraltro ha solo due mani: la destra regge il compasso e la sinistra la squadra.  
22 Tcheou-li.

René Guénon, La Grande Triade, Cap. XV

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